Estero

Usa, un altro pestaggio mortale della polizia

Anche stavolta la vittima è un afroamericano. Manifestazioni in tutto il mondo. Ma in Ticino c'è anche chi invita a non "montare la panna"

New York (Keystone)
7 giugno 2020
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Ancora una volta in America, stavolta a Tacoma, nello stato di Washington, riecheggia la voce strozzata di un afroamericano che implora gli agenti. Tutto inutile. Manuel Ellis è morto poco dopo, riverso sul selciato dove era stato immobilizzato. Saranno le indagini a stabilire se il decesso è avvenuto per soffocamento o per i colpi inferti dai poliziotti che lo stavano arrestando, come testimoniato dall'ennesimo video.

L'episodio di Ellis risale al 3 marzo e siamo a Tacoma, nello stato di Washington. Solo ora però spunta il video amatoriale ripreso col telefonino da una donna che con la sua auto si trovava per caso dietro quello della pattuglia di polizia, intervenuta non si sa ancora bene per quale motivo. La testimone racconta che all'inizio Ellis si era avvicinato all'auto degli agenti e che la conversazione appariva tranquilla. Poi, d'improvviso, un poliziotto ha aperto di scatto la portiera e ha scaraventato il giovane a terra. A quel punto le immagini mostrano gli agenti accanirsi su Ellis in quello che appare come un vero e proprio pestaggio, con la donna che si sente urlare: "Basta, fermatevi, smettetela di colpirlo, arrestatelo e basta!".

Dalle comunicazioni tra gli agenti e la centrale, pubblicate sul sito Broadcastify, si sente prima un poliziotto suggerire ai colleghi di usare una tecnica di stretta con le gambe. Poi la preghiera di Ellis: "Non posso respirare". A differenza di George Floyd, lui morirà sul posto. Il presidente americano, intanto, rinchiuso dentro una Casa Bianca da giorni assediata dalle proteste è furioso, sa che l'ondata di rabbia e disordini sociali sta gravemente compromettendo le sue chance di rielezione. Ma con le sue esternazioni e i suoi tweet il tycoon finisce per alimentare polemiche e tensioni. Come quando, commentando il sorprendente boom dell'occupazione a maggio, davanti alle telecamere ha detto: "Oggi è un grande giorno per George Floyd. Lui ci guarda dal paradiso e sta lodando l'economia americana". Parole che hanno scatenato l'ennesima bufera di critiche e l'ennesima ondata di indignazione, a cui Trump ha risposto: "Il mio piano contro il razzismo è un'economia forte". "Spregevole", il lapidario commento del suo rivale nella corsa delle presidenziali, Joe Biden.

Intanto, mentre da noi era notte, Trump ha twittato l'ennesimo slogan caro alla destra americana: 'Legge e ordine'.

E ha insistito con cittadini e sportivi: non inginocchiatevi. Al presidente non va giù quel gesto di protesta introdotto qualche anno fa dal giocatore di football Colin Kaepernick – poi boicottato da tutte le squadre e finito senza contratto – e oggi come allora insiste sui social: 

 

Le manifestazioni in America...

Intanto anche ieri le città Use si sono animate grazie a manifestazioni in gran parte pacifiche che hanno raccolto milioni di persone. A Washington – dove lunedì scorso la polizia aveva sgombrato con violenza i manifestanti per permettere al presidente Usa Donald Trump di presentarsi in pubblico brandendo una Bibbia – decine di migliaia di persone, bambini inclusi, hanno dato vita a un evento che il 'New York Times' ha paragonato a "una festa di strada". Anche NEw York, Chicago, Los Angeles e San Francisco hanno vissuto qualcosa di analogo. Alcuni scontri si sono invece visti a Portland e Seattle.

...e nel mondo

Manifestazioni anche nel resto del mondo, da Londra a Sydney, da Tunisi a Seul, da Torino a Tokyo. Da un angolo all'altro del pianeta decine di migliaia di persone sono scese in piazza, sfidando il distanziamento sociale contro il coronavirus. Con tanti cartelli e slogan, in tutte le lingue, ma con un solo messaggio: 'Voglio respirare'. A ricordo di quegli '8:46' minuti in cui Floyd, immobilizzato a terra implorava di poter prendere aria mentre l'agende premeva il ginocchio sul suo collo. La scritta "Black lives matter", il nome di Floyd scandito e l'impegno a sconfiggere le discriminazioni e le violenze in Australia hanno sfidato le regole anti-Covid, con le manifestazioni, da Sydney a Melbourne, che inizialmente erano state vietate dalle autorità.

"È ora di bruciare il razzismo istituzionale", è risuonato da un megafono a Londra tra la folla davanti al palazzo del parlamento inglese. Qualche momento di tensione con la polizia a cavallo davanti a Downing Street. Mentre raduni e cortei per chiedere "giustizia per tutti" si sono svolti in molte città della Francia. A Parigi, i manifestanti sono stati bloccati a poche decine di metri dall'Ambasciata degli USA, a Place de la Concorde, da uno schieramento massiccio di polizia. Secondo i dati diffusi dal ministero dell'Interno alle manifestazioni hanno partecipato 23.300 persone di cui 5.500 a Parigi. A Metz, nell'est della Francia, i manifestanti hanno tentato di sfondare il portone del palazzo di giustizia e nei tafferugli è rimasto leggermente ferito anche il Procuratore della Repubblica, Christian Mercuri.E mentre sit-in e manifestazioni si svolgevano anche in Italia da Napoli a Torino e i giocatori dell'Atalanta si inginocchiavano durante l'allentamento, a Berlino le piazze urlavano "Nessuna giustizia, nessuna pace".

Alla Lega non interessa

In Ticino continua invece la campagna del 'Mattino' contro coloro che a detta del domenicale "vogliono solo montare la panna sul razzismo, che dalle nostre parti è un non-problema". Dopo l'articolo di Lorenzo Quadri pubblicato domenica scorsa sul 'Razzismo a senso unico' – articolo che aveva suscitato le critiche di parte della Lega 'istituzionale' – il Consigliere nazionale leghista torna a condannare la "manifestazione di fankazzisti da centro sociale" tenutasi lunedì a Zurigo e rovesciare le accuse sul "razzismo d’importazione: ovvero, quello importato da migranti (economici) in arrivo da 'altre culture', che sono razzisti, sessisti, misogini, antisemiti, cristianofobi e omofobi".

Errata corrige: in una precedente versione di questo articolo l'intervento sul Mattino di questa settimana era stato attribuita a Iris Canonica. Ci scusiamo per la svista.

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