Contagi in ripresa in Germania e a Seul, esperti sul chi vive

Quasi due mesi dopo la loro chiusura, decretata dal Consiglio federale per contenere la diffusione della pandemia, riaprono oggi in Svizzera - nel rispetto di norme igieniche e distanza sociale, con accorgimenti logistici e organizzativi per garantire la protezione di collaboratori e clienti, docenti e allievi - scuole dell'obbligo, negozi, ristoranti, mercati, musei e biblioteche. La riapertura in contemporanea, in svariati Paesi, di numerosi settori/attività preoccupa gli esperti di epidemiologia e salute pubblica. E alla luce della ripresa - seppur contenuta e localizzata - dei contagi in Germania e nella capitale sudcoreana Seul, i loro timori non sembrano infondati.

In Svizzera è tra gli altri Matthias Egger, capo del gruppo di esperti Covid-19 della Confederazione, a guardare con una certa inquietudine alla mole degli allentamenti previsti a partire da oggi. La preoccupazione è dovuta in particolare a un possibile non rispetto delle regole in vigore. "C'è il rischio di un nuovo aumento dei casi di coronavirus", ha detto Egger venerdì sera alla Srf. "Rispettate le regole", ha ribadito a tutti i cittadini, "non è ancora finita". Secondo l'esperto, l'aumento dei test, la ricerca dei contatti delle persone malate e la nuova app che permetterà di farlo sono molto importanti. "Prima l'applicazione sarà disponibile, meglio sarà", ha detto. Il suo lancio, tuttavia, non è previsto prima di giugno.

Germania, tasso dei contagi sopra l'1

Mentre molti Paesi vanno lentamente allentando le misure di contenimento del coronavirus, alcuni indicatori fanno temere un rimbalzo dei casi invitando alla prudenza. La Germania procede ad ampi passi lungo la fase 2, con progressive aperture già dal 20 aprile. E il 6 maggio si è decretata la svolta: con la decisione di delegare i Länder a decidere le date per riaprire ristoranti, hotel, negozi e asili nido (le scuole sono già riaperte, a scaglioni, dal questa settimana). Addirittura la Bundesliga, pur fra le polemiche, riprenderà a porte chiuse dal 16 maggio.

L'istituto tedesco Robert Koch intanto registra una ripresa del tasso dei contagi: 1,1 contro lo 0,65 di mercoledì scorso, una situazione che - dice - andrà monitorata con grande attenzione nei prossimi tre giorni. Secondo i suoi esperti, il tasso deve mantenersi sotto l'1 per garantire la tenuta nei prossimi mesi del sistema sanitario.

Bar e locali notturni di nuovo chiusi a Seul

Notizie non rassicuranti arrivano dalla Corea del Sud. A tutti i bar e i locali notturni di Seul è stato ordinato sabato - soli quattro giorni dopo l'inizio della cosiddetta fase 2 - di chiudere i battenti fino a nuovo ordine, dopo che è stato registrato un picco nei casi di coronavirus legati a discoteche nella capitale. Lo ha fatto sapere sabato il sindaco Park Won.

L'ordine segue un'impennata nei casi collegati a locali notturni a Itaewon, un popolare quartiere della vita notturna. Giovedì un uomo di 29 anni si è rivelato positivo per il virus ed è emerso che aveva frequentato diversi club a Itaewon la notte del primo maggio, secondo i Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc). Da allora, altri 40 persone ritenute collegate al caso sono risultate positive al Covid-19.

Secondo il conteggio della Johns Hopkins University, la Corea del Sud ha registrato oltre 10'800 casi di coronavirus e 256 decessi. Il Paese asiatico è stato spesso citato quale esempio di tempestività ed efficacia nella lotta alla pandemia.

Nuovo focolaio in Cina?

Anche in Cina le autorità restano in allerta. Nella città di Shulan, nella provincia nordorientale di Jilin, il livello di rischio è stato innalzato sabato da medio a elevato, dopo che 11 membri di una stessa famiglia sono risultati positivi al test. Lo ha riferito l'agenzia Reuters.

Il coronavirus intanto è tornato a Wuhan, la città epicentro della pandemia di Covid-19. Le autorità locali hanno rilevato il primo caso di contagio dal 4 aprile, ha reso noto la Commissione sanità della città, secondo quanto riporta la Cnn online. Il paziente è in condizioni critiche.

Insomma, lo spettro di una seconda, o addirittura di una terza ondata, agitato dall'Organizzazione mondiale della Sanità, come ricordano gran parte dei governi alle popolazioni assetate di libertà, non è svanito.