Estero

Covid-19, nuova (rara) sindrome colpisce i bimbi inglesi

I casi sono pochi, ma sufficienti a far alzare l'allerta da parte degli specialisti. 'I giovani restano comunque i meno toccati dall'infezione'

Keystone
27 aprile 2020
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Mentre in Svizzera ci si appresta a lasciar riabbracciare nipoti (non adolescenti) e nonni, una rara ma grave sindrome, probabilmente riconducibile al coronavirus, starebbe presentandosi tra i più giovani in Gran Bretagna. I casi sarebbero pochi, pochissimi, ma sufficienti per alzare al massimo l'allerta negli ospedali del Regno Unito. L'allarme è stato lanciato dalla rivisita medica Health Service Journal, dopo che un numero crescente di bambini è stato ricoverato, anche in terapia intensiva, a causa di uno stato infiammatorio multisistemico. Sintomi che sembra possano essere correlati alla malattia Covid-19.

'Casi rarissimi, i genitori non si allarmino'

"Sapevamo che pochi bimbi possono ammalarsi gravemente di Covid-19, ma si tratta di un'eventualità rara. I genitori devono stare tranquilli: è altamente poco probabile che i bambini si ammalino seriamente di coronavirus – ha precisato al Guardian il professor Russell Viner, presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health –. Bisogna ricordare che da quanto vediamo in tutto il mondo, i bimbi sono i meno toccati da questa infezione.

I casi

"Nelle ultime 3 settimane, in tutta Londra e anche in altre regioni del Regno Unito - si legge nella circolare inviata ai medici di base - c'è stato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano uno stato infiammatorio multisistemico, che richiede cure intensive". Un nuovo sintomo che ha generato "crescente preoccupazione", tra chi teme che "possa esserci un altro patogeno infettivo, non ancora identificato, associato a questi casi".

Finora sono scarsi i dati a disposizione, sia a livello di sintomatologia sia di diffusione dell'infiammazione: alcuni tra i (al momento pochi) bambini ricoverati sono risultati positivi al Covid-19, altri sembra lo avessero contratto in passato e altri ancora no. I più giovani sono sempre stati considerati a basso rischio coronavirus e, proprio per questo, adesso anche la Pediatric Intensive Care Society ha invitato i medici a "riferire con la massima urgenza casi analoghi".

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