Estero

Torna ad aumentare il numero di morti in Italia

Rallenta la diffusione del contagio, ma il quadro resta drammatico

24 marzo 2020
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Roma - Continua a rallentare l'incremento dei contagi, non quello dei morti. Ieri, dopo le speranze accese in Italia nei due ultimi giorni dalla diminuzione delle vittime del coronavirus, il bilancio quotidiano è tornato a spegnere ogni pur cauto ottimismo. I morti sono tonati a crescere: 743 in un solo giorno, 402 dei quali in Lombardia. Un dato in controtendenza rispetto a domenica e lunedì, quando i morti erano stati rispettivamente 651 e 601, e secondo solo ai numeri del 22 marzo, il 'sabato nero' in cui in tutta Italia si sono registrate 793 vittime.

I numer sembrano dunque sembrerebbero confermare la cautela degli epidemiologi, secondo i quali il picco dell'epidemia sembra infatti vicino, ma ciò non significa che la gavità del quadro si attenui: i malati complessivi sono 54.030, con un incremento di 3.612 casi in 24 ore; un dato in calo sia rispetto a lunedì, quando la crescita è stata di 3.780 nuovi positivi, sia a domenica, quando si sono registrati 3.957 casi. La Lombardia ha registrato 958 nuovi casi mentre lunedì erano 1.025. E il bollettino quotidiano della Protezione Civile conferma anche un'altra tendenza, una crescita contenuta - e dunque gestibile per il momento - dei nuovi casi nelle regioni centromeridionali: 131 malati in più nel Lazio, 118 in Sicilia, 78 in Puglia, 63 in Campania. Ma se l'imperativo è quello di fare di tutto per bloccare il contagio - e su questo fronte il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha annunciato che si sta lavorando anche ad introdurre test più veloci ed estremamente affidabili per diagnosticare la presenza del virus - la priorità è anche quella di garantire la massima sicurezza a chi, personale sanitario in testa, deve comunque continuare ad assicurare i servizi essenziali.

Aspetto di cui ha parlato il commissario straordinario Domenico Arcuri, annunciando che entro 3 giorni arriveranno le prime mascherine 'made in Italy'. Il commissario snocciola i numeri dello sforzo fatto finora: +64% di posti in terapia intensiva, quadruplicati i letti in ospedale per i malati di Covid 19, consegnati 825 ventilatori polmonari di cui 322 in Lombardia. Ma non solo: servono 90 milioni di mascherine al mese e circa la metà saranno prodotte da 80 aziende della moda riconvertite a tempo di record. Il governo ha inoltre messo sul tavolo altri 50 milioni per le imprese che intendano riconvertirsi nei prossimi giorni e passare alla produzione di dispositivi di protezione individuale.

E dopo i 300 medici, Arcuri ha anche annunciato l'arrivo nelle regioni più colpite - sempre su base volontaria - di 500 infermieri. "La stragrande maggioranza degli italiani sta rispettando le misure di contenimento ma dobbiamo fare in modo che l'emergenza non si diffonda. Il sud è il fronte decisivo". Da qui la preghiera e il monito a stare a casa. "Siamo usciti migliori dopo la seconda guerra mondiale - conclude il commissario - possiamo farlo anche da questa emergenza".

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