Estero

Precipita a 19 anni sul Monte Bianco

Nuova vittima della montagna a 4'600 metri di quota. A perdere la vita un giovane comasco. In Valtellina invece salvataggio a buon fine in un crepaccio

Jaap van der Veen
5 agosto 2019
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Si allunga la tragica contabilità di morti in montagna. L'ultima vittima, la sesta nelle ultime 48 ore (due nei Grigioni tra Viscosoprano e Roveredo, una nell'Oberland bernese e tre tra Monte Rosa, Val d'Ossola e Monte Bianco) è un 19enne comasco, residente ad Erba, morto ieri in un infortunio sul Monte Bianco. La notizia si è appresa solo nel tardo pomeriggio, dopo che il ragazzo è stato riconosciuto dai familiari. Il corpo del giovane scalatore è stato infatti recuperato solo in tarda mattinata. Il 19enne è precipitato per centinaia di metri da quota 4'600: aveva terminato la parte più difficile della Cresta del Brouillard. Al momento dell’incidente era slegato dal compagno, che ha poi dato l’allarme. Il corpo è stato portato all’obitorio di Courmayeur. La ricostruzione dell’accaduto è affidata al Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves. La Cresta del Brouillard è considerata una classica salita al Monte Bianco: dai prati della Val Veny, a 1'565 metri di quota, conduce in vetta percorrendo un dislivello positivo di oltre 3'200 metri e passando per diverse cime (Punta Baretti, Monte Brouillard, Picco Luigi Amedeo, Monte Bianco di Courmayeur). Si percorre in tre giorni.

Due donne non equipaggiate cadono in un crepaccio: il salvataggio costerà loro caro

Vicenda a lieto fine invece in Valtellina. Mamma e figlia di Como si sono improvvisate alpiniste e, prive di adeguata attrezzatura, sono scivolate in un crepaccio del ghiacciaio dello Scerscen Superiore, a 3'200 metri di quota, nel territorio comunale di Lanzada (Sondrio). Per salvarle hanno dovuto mobilitarsi numerosi uomini del Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna e militari del Sagf della Guardia di finanza, oltre all'elicottero. Un'imprudenza che hanno rischiato di pagare con la vita e che ora, probabilmente, pagheranno con il portafoglio. Il Sagf con i carabinieri di Chiesa in Valmalenco, infatti, ora indagano per accertare se, come sembra da un primo rapporto dei soccorritori, le due donne sprovviste anche di picozze e ramponi adeguati, non avevano la necessaria attrezzatura dovranno pagare di tasca loro i costi dei soccorsi.

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