Estero

È morto il senatore McCain

Il politico repubblicano, che nel 2008 perse la corsa alla Casa Bianca contro Barack Obama, si è spento all'età di 81 anni: da tempo combatteva contro un aggressivo tumore al cervello

26 agosto 2018
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Il senatore repubblicano John McCain è morto in Arizona all'età di 81 anni. Da tempo contro un aggressivo tumore maligno al cervello e solo lo scorso venerdì aveva annunciato di aver deciso di sospendere le cure. 

«Aspettate di vedere lo show»: un anno fa, a notte inoltrata, in una delle sessioni più drammatiche nella storia del Senato, il vecchio guerriero malato aveva inferto un occhio nero a Donald Trump. Con la cicatrice dell'operazione per il tumore al cervello che oggi lo ha ucciso chiaramente visibile sulla fronte, il senatore John McCain, per cinque anni torturato dai vietcong nel famigerato "Hanoi Hilton", aveva pronunciato il «no» decisivo, silurando sette anni di sforzi dei suoi compagni di partito di cancellare Obamacare. Era stato uno degli ultimi atti di una lunga carriera da "Maverick" (cane sciolto, il soprannome che gli diede il Secret Service durante la corsa alla Casa Bianca del 2008 contro Barack Obama per la capacità di votare in barba alle direttive di partito): l'ultimo, l'autobiografia "A restless wave" in cui aveva accusato il presidente di «non saper distinguere le azioni del nostri governo da quello dei regimi dispotici».

Deriso da Trump in campagna elettorale perchè era stato catturato - dunque non un eroe - in una guerra da cui il tycoon si era fatto esonerare per un problema ai piedi, il senatore repubblicano era tornato in Congresso contro il parere dei medici per pronunciare un discorso all'insegna dello spirito bipartisan che oggi - alla stregua dell'altro "grande leone" del senato americano, Ted Kennedy - rappresenta la sua legacy. Teddy Roosevelt, il presidente che guidò l'America all'inizio del XX secolo, aveva un celebre motto: «Parla pacatamente e gira con un grosso bastone». Cento anni dopo, quando corse per la Casa Bianca, John McCain si era proposto come un Roosevelt del XXI secolo: aspirante presidente guerriero e muscoloso, paladino di un conservatorismo ruvido ma anche ispirato alle battaglie del presidente cowboy e ambientalista, che aprì il Novecento sfidando i grandi monopolisti e salvando dallo sviluppo selvaggio le foreste americane e il Grand Canyon.

John Sidney McCain III nacque il 29 agosto 1936 in una base navale a Panama, figlio e nipote di ammiragli a quattro stelle e erede di una famiglia in cui la tradizione militare risale alla guerra d'Indipendenza. Da padre, nonno e bisnonni, ma anche dalla madre Roberta che gli è sopravvissuta, John non aveva ereditato solo la passione per la divisa, ma anche quella per la battuta graffiante e la polemica. In gioventù amava le donne e l'alcool. All'Accademia navale di Annapolis era noto per essere sempre in punizione. In Florida, dove si addestrò al volo, si lanciò in una torrida relazione con una spogliarellista nota come "Marie the Flame of Florida".

Il fatto che nel 2008, a 72 anni, fosse ancora un vigoroso aspirante presidente ha del miracoloso, guardando al passato di pilota di caccia della Navy. Da allievo, sopravvisse alla caduta di un jet in addestramento. Nel 1967 in Vietnam il suo aereo prese fuoco mentre si preparava al decollo da una portaerei. Pochi mesi dopo fu abbattuto dai nordvietnamiti nel cielo di Hanoi. McCain, ripescato da un laghetto nel centro della città dove ancora oggi una lapide ricorda l'evento, sopravvisse di nuovo, con le gambe e un braccio a pezzi. I vietnamiti lo catturarono, lo colpirono ripetutamente con le baionette e lo chiusero nell'ex prigione francese, dove trascorse anni da incubo, torturato e usato per fini di propaganda dopo la scoperta che era il figlio dell'ammiraglio che comandava tutte le forze nel Pacifico.

Al ritorno negli Usa entrò in politica, ma negli anni Settanta ebbe difficoltà a costruire una seria carriera, anche per la movimentata vita personale. La prima moglie, una modella, divorziò nel 1980 perché stufa dei tradimenti. «Ero un quarantenne egoista e immaturo», ha raccontato McCain, che si risposò subito, stavolta con Cindy Hensley, erede di una fortuna della birra.

Solo negli anni Ottanta, al tempo di Ronald Reagan, John cominciò a farsi conoscere, anche come protagonista di iniziative spesso non condivise dal suo stesso partito come le leggi di riforma del finanziamento elettorale e contro le torture. Nel 2000 tentò una prima volta la corsa alla Casa Bianca, con una campagna fuori dagli schemi.

Dato politicamente per morto dopo la sconfitta alle primarie contro George W. Bush, era resuscitato a sorpresa come candidato GOP nel 2008: al suo fianco l'altra cane sciolto Sara Palin come vice, ma alla fine Barack Obama risultò un osso troppo duro. 

L'addio del mondo politico statunitense

Finora rimasto in silenzio di fronte alla decisione di Maverick McCain di smettere la terapia, il tycoon esprime in un tweet il suo «più profondo rispetto per la famiglia di McCain. I nostri cuori e le nostre preghiere sono con voi». Fra Trump e McCain i rapporti non sono mai stati dei migliori, con il senatore che ha inflitto al presidente uno schiaffo pesante sull'Obamacare e Trump che non l'ha mai dimenticato. Ma le tensioni risalgono anche a prima: alla campagna elettorale in cui Trump lo ha accusato di non essere un eroe visto che era stato catturato dai vietcong. «Grazie senatore McCain - twitta la First Lady Melania Trump - per il suo servizio al Paese». Nell'esprime le proprie condoglianze alla famiglia McCain, l'ex presidente Obama ricorda la loro sfida alle elezioni presidenziali del 2008. «Eravamo molto diversi ma condividevamo la fedeltà a qualcosa di più alto, ovvero agli ideali per cui generazioni di americani e immigrati hanno combattuto, manifestato e fatto sacrifici» afferma, definendo il senatore repubblicano un «coraggioso», che «ci ispira».

L'ex presidente Bill Clinton ringrazia McCain per il ruolo svolto nella normalizzazione dei rapporti fra Stati Uniti e Vietnam, e ne ricorda la tenacia e la non paura a rompere gli schemi se lo riteneva giusto. Il senatore repubblicano è definito un «patriota del livello più alto» dall'ex presidente George W. Bush: «Mi mancherà» dice Bush, che ha battuto McCain nel 2000 per poi appoggiarlo nel 2008, quando correva contro Obama. Fra i più stretti amici di McCain, il 'nemico' Joe Biden: «Coraggio. Integrità. Onore. Non ha mai perso di vista quello in cui credeva più fermamente: il Paese prima di tutto». «John McCain - dice invece il leader dei democratici alla Camera, Chuck Schumer - era una grande persona, come ce ne sono poche». D'accordo il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell: «È un giorno triste per il Senato e il Paese. In un'era piena di cinismo sull'unità nazionale, la sua vita è stata un esempio».

 

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