Estero

Il Messico al voto fra omicidi, violenza e rischio di brogli

Le urne si chiuderanno all'una di notte ora svizzera, ma le prime indicazioni sui risultati si avranno solo alcune ore dopo

Keystone
1 luglio 2018
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Decine di milioni di messicani, fra cui undici milioni di 'millennians', si sono recati alle urne per partecipare ad una storica giornata elettorale che nelle aspettative segnerà una svolta importante nella vita politica del Paese nordamericano ed un messaggio anche per l'insieme dell'America Latina.

Un voto segnato però anche dal rischio di brogli e dalla violenza. Una donna è stata freddata mentre andava ai seggi, mentre a poche ore dall'apertura delle urne, sono stati uccisi tre militanti del Partito rivoluzionario istituzionale. La posta in gioco più importante è quella della presidenza della repubblica: sembra certa la vittoria del leader del movimento di centro-sinistra Morena, Andrés Manuel López Obrador, al suo terzo tentativo di ottenere la massima carica dello Stato. Ma non è tutto. Si rinnoveranno anche i membri di Camera e Senato, il governatore di Città del Messico e quelli di otto importanti Stati, nonché i sindaci ed i Parlamenti locali delle grandi città messicane.

La vittoria del leader di Morena appare certa, ma la storia messicana è stata segnata da pesanti brogli elettorali realizzati dai partiti e anche da occulti centri di potere. Secondo un' inchiesta dell'istituto Data OPM, patrocinata dall'associazione 'Democracia sin pobreza', il 33,5% dei messicani ha ammesso di aver ricevuto offerte in denaro o beni di consumo per orientare il suo voto, ed un 10,2% (14,4 milioni) avrebbe accettato. Anche altri due candidati presidenziali, Ricardo Anaya (leader di una coalizione destra-sinistra fra Partito azione nazionale e Partito della rivoluzione democratica) e José Antonio Meade, epigono del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), si sono detti sicuri di vincere. Ma gli analisti ritengono che il voto odierno metterà fine al sistema dei partiti tradizionali, che hanno fatto il bello e cattivo tempo per quasi 90 anni. E' anche per questo che i media hanno seguito soprattutto le mosse di López Obrador, chiamato dai militanti 'Amlo' per l'acronimo del suo nome, che è stato fra i primi a votare nel suo seggio di Città del Messico. "Viviamo - ha detto ai giornalisti - un giorno storico. Il popolo messicano deciderà chi dovrà guidare il governo per i prossimi sei anni".

Noi, ha aggiunto, "rappresentiamo la possibilità di un autentico cambiamento, di una trasformazione, e per questo si tratta di un giorno importante". Più che di una elezione, ha infine osservato, "si tratta di un referendum, di un plebiscito, la gente deciderà fra avere ancora lo stesso o cambiare davvero". Come avvenuto durante tutta la campagna elettorale, e nonostante il dispiegamento di esercito e polizia, anche oggi si sono ripetuti episodi di violenza, il più significativo dei quali è stato in Tabasco, Stato natale di López Obrador, dove una donna di 45 anni in attesa di poter entrare nel seggio, è stata uccisa da due uomini a bordo di una motocicletta. Aperti alle 8 locali (le 15 italiane) i seggi si chiudono alle 18 (l'1 di notte in Italia) e le prime indicazioni sui risultati si avranno soltanto alcune ore dopo.

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