Estero

Oliver North, dall'Irangate alla Nra

L'ex uomo di Reagan al centro dello scandalo Iran-Contras presiederà la lobby delle armi Usa

(Keystone)
7 maggio 2018
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Dallo scandalo Iran-Contras, noto anche come Irangate, alla guida della Nra. E' la parabola di Oliver North, oggi commentatore politico di Fox News, nominato presidente della potente lobby americana delle armi da fuoco.

Ex trafficante di armi, ex ufficiale dei Marine e funzionario del Consiglio per la sicurezza nazionale nell'amministrazione di Ronald Reagan, North è stato uno dei principali protagonisti che alla fine degli anni '80 portò a un clamoroso scambio tra Washington e Teheran: la fornitura di armi americane per la liberazione di prigionieri statunitensi in Libano, in mano agli Hezbollah. Sul fronte iraniano a negoziare con North e con l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Robert McFarlane c'era un giovane Hassan Rohani.

Ora North diventerà il leader della National Rifle Association più popolare dai tempi dell'attore Charlton Heston: "E' un leggendario guerriero per la libertà, un comunicatore dotato e un abile condottiero", esulta l'attuale amministratore delegato della Nra Wayne LaPierre. E l'incarico a North cade in un momento molto delicato, con la lobby delle armi sempre più nel mirino dopo le ultime stragi di massa negli Usa: quella di Las Vegas in cui sono rimaste uccise 58 persone e quella del liceo di Parkland, in Florida, in cui sono morti 14 studenti e 3 adulti. Anche se dopo un primo momento in cui sembrava ci potesse davvero essere una stretta, il dibattito si è andato via via assopendo come accaduto negli anni dopo tante altre stragi.

Per l'Irangate North fu incriminato nel 1989 con l'accusa di aver ostacolato il Congresso durante la sua inchiesta, distruggendo anche dei documenti. Ma fu scagionato nel 1991. Dalle indagini emerse come i soldi ricavati dalle armi vendute all'Iran, in violazione dell'embargo, furono usati per finanziare in modo occulto l'opposizione violenta dei Contras al governo rivoluzionario sandinista e filocomunista del Nicaragua. Lo scandalo minò duramente la credibilità di Reagan, che poi recuperò in termini di immagine con il suo rapporto con Michail Gorbaciov e il disgelo tra Usa e Urss che portò alla firma del trattato di non proliferazione dei missili nucleari del 1987.

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