Estero

Legnano, litiga col capo e lo picchia fino a mandarlo in coma

(Sara Solcà)
5 settembre 2017
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Una lite scaturita per problemi sul lavoro si è trasformata a San Vittore Olona nella brutale aggressione da parte di un dipendente contro un suo superiore, dirigente dell'azienda di trasporti 'Stie'. Il dirigente è stato ricoverato in coma all'ospedale di Legnano, l'aggressore è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio.

Vezio Guidobono, 53 anni, residente a Varese con la famiglia, dirigente 'Stie' della sede di San Vittore Olona, aveva convocato nel suo ufficio un impiegato dell'azienda, per consegnargli personalmente una lettera di richiamo. La società contestava al dipendente il mancato rispetto degli orari di lavoro.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Legnano (Milano) che indagano sulla vicenda, pochi attimi dopo aver letto la missiva, il dipendente, un 57 enne di San Giorgio su Legnano (Milano) con un precedente per lesioni sul lavoro, si sarebbe scagliato sul dirigente, colpendolo prima con un pugno al volto e, successivamente, dopo che questi era caduto a terra, avrebbe proseguito scagliandosi su di lui colpendolo a calci al volto. Alcuni colleghi di lavoro, avendo udito le grida, hanno telefonato al 112, per poi accorrere nell'ufficio dove si era consumato il pestaggio.

Il loro superiore era a terra, il collega-aggressore ancora nella stessa stanza. Quando i carabinieri sono arrivati, Guidobono era già stato soccorso e portato con un'ambulanza all' ospedale di Legnano, dove è arrivato in gravissime condizioni. I medici gli hanno riscontrato diverse fratture al volto e contusioni varie. Prima di poterlo operare dovranno attendere che le sue condizioni si stabilizzino. Attualmente l'uomo è in coma e in prognosi riservata.

Il dipendente responsabile del pestaggio ha chiesto ai carabinieri di essere a sua volta portato in ospedale, da dove però è stato dimesso poco più tardi, dopo essere stato medicato per alcune escoriazioni alle mani. Interrogato dagli investigatori, il 57 enne è stato successivamente portato nel carcere di San Vittore, a Milano.

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