Estero

Disarmo globale: il Consiglio federale si rimette alla cooperazione internazionale

2 giugno 2017
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La Svizzera punta sul pragmatismo in merito alla politica di controllo degli armamenti. Come Stato neutrale, la Confederazione ritiene che "il rispetto del diritto internazionale debba prevalere sulla forza politica o militare". Lo scrive il Consiglio federale in un rapporto destinato al Parlamento. Nel documento si afferma che la Svizzera "sostiene iniziative orientate alla realtà e promettenti, in grado di rafforzare la sicurezza, gettare dei ponti e riunire il maggior numero possibile di Stati e attori principali".

Molte regolamentazioni in materia di controllo degli armamenti e disarmo sono infatti prive di significato se le grandi potenze o altri Stati chiave non le accettano, sostiene il governo. Il controllo degli armamenti e il disarmo possono avere effetti duraturi soltanto se appoggiati da una forte maggioranza degli Stati. "Il coordinamento e la cooperazione [...] continueranno quindi a rivestire la massima importanza", afferma ancora l’esecutivo.

Nel suo impegno contro le armi di distruzione di massa, Berna sostiene le indagini internazionali per far luce sull’uso di armi chimiche in Siria. La Svizzera chiede inoltre un miglior controllo del commercio delle armi e vuole lottare contro la proliferazione incontrollata delle armi leggere e di piccolo calibro. Berna è poi preoccupata del rapido progresso tecnologico nel settore, che permette di automatizzare sempre più i sistemi d’arma o addirittura di farli agire autonomamente (i cosiddetti Autonomous Weapons Systems, AWS). Per la Confederazione è però chiaro che anche gli AWS devono rispettare il diritto internazionale umanitario.

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