Confine

Boschi della droga, i guadagni (ingenti) degli spacciatori

Attualmente i boschi della droga nel comasco sono una trentina. Un numero che continua a essere alto a causa dell’importante domanda

Continuano i blitz delle forze dell’ordine nei boschi della droga nelle province pedemontane lombarde
(Ti-Press)
13 marzo 2024
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C’è un video sui canali social marocchini in cui si vedono giovani spacciatori impegnati a contare pacchi di banconote – soprattutto euro, ma anche franchi svizzeri –, mentre in arabo si vantano del ‘bottino’. La scena riconduce a un bosco della droga del varesotto, a ridosso della frontiera con il Canton Ticino. Ne sono convinti i carabinieri del comando provinciale di Varese. A marcare il territorio c’è anche un tricolore.

La conta delle banconote diventa un vanto da condividere, con i coetanei rimasti a vivere in Marocco, in terre povere e che, come tragicamente succede, potrebbero subire il fascino dei tanti soldi facili, non importa come accumulati, e tentare pure loro l’avventura italiana. Cosa che succede da tanti mesi. Non li spaventa il fatto che quello dello spaccio di droga è un mondo violento. Lo confermano gli scontri sanguinosi tra bande rivali (cinque omicidi negli ultimi due anni). Insomma, se i grossisti che se ne stanno al sicuro in Marocco dove si godono gli ingentissimi introiti investendo in case, terreni, locali e in imprese edili, la manovalanza impegnata a spacciare nei boschi della droga – nelle province di Como, Varese, Lecco e Sondrio – non manca, anche se centinaia sono stati gli arresti.

Ma quanto guadagna uno spacciatore? All’interrogativo risponde il maggiore dei carabinieri Christian Tapparo, comandante della compagnia di Cantù: “Nel corso delle numerose operazioni condotte negli ultimi mesi con i Cacciatori di Sardegna, un gruppo speciale dell’Arma specializzato nella ricerca di latitanti, abbiamo trovato agende con la contabilità dell’attività di spaccio di eroina, cocaina e hashish. Sulla scorta di quanto annotato dagli stessi spacciatori si può stimare i loro incassi possano arrivare a 4mila euro al giorno. Una somma notevole. Mentre il compenso riconosciuto alle staffette, quelle che se ne stanno appostate lungo gli accessi ai bivacchi, è di 100 euro al giorno”. Spesso le staffette (o vedette) sono composte da tossicodipendenti che, così facendo, hanno i soldi per acquistare la dose.

Nel frattempo continuano i blitz delle forze dell’ordine nei boschi della droga nelle province pedemontane lombarde, quelle aggrappate alla ramina. Nei giorni scorsi uno di questo blitz dei Cacciatori di Sardegna e dei carabinieri della compagnia canturina è stato seguito dalle telecamere della trasmissione di Rai Play ‘Chiamata d’emergenza’ con un servizio di dodici minuti. Un’occasione per scovare, nella fitta vegetazione, due bivacchi nell’Olgiatese. La presenza dei Cacciatori di Sardegna non è passata inosservata, per cui le vedette hanno avuto la possibilità di allertare gli spacciatori che frettolosamente hanno abbandonato il loro nascondiglio, lasciando sul posto droga, soldi e refurtiva. Stando al tenente colonnello dei carabinieri Francesco Spera, comandante del reparto operativo di Como.

Attualmente i boschi della droga nel comasco sono una trentina. Un numero che continua a essere alto. Questo perché a monte, è evidente, resta infinita la domanda di droga da parte soprattutto di italiani, anche ticinesi, che si avventurano nei boschi dello spaccio per le dosi quotidiane. Giovani, adulti, uomini e donne.

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