Confine

‘Mi servono soldi per le cure’, lei paga 40mila euro: raggirata

Condannato 58enne: ha convinto una donna psichicamente fragile, conosciuta online, di dover comprare farmaci costosi, ma era seguito dalla sanità pubblica

Immagine di archivio
(Depositphotos)
11 novembre 2023
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Un doppio raggiro, quello subìto da una donna del Varesotto per il quale davanti al Tribunale di Varese, come riporta La Prealpina, si è celebrato il processo concluso con una condanna in primo grado e un'assoluzione.

Il primo protagonista in negativo della vicenda è un 58enne torinese, gravemente malato, conosciuto dalla donna su un sito di incontri: scattato l'amore e iniziata una relazione a distanza, l'uomo, pur non avendone bisogno in quanto curato dal Servizio sanitario nazionale, ha chiesto alla donna un aiuto finanziario sostenendo di dover comprare un farmaco costoso sul mercato nero. La vittima, affetta da disturbo ossessivo compulsivo, non ha esitato, versando quasi 40'000 euro tramite una carta prepagata, arrivando persino a chiedere un finanziamento a una società trovata sul web. E qui scatta la seconda truffa: la donna, infatti, sborsa quasi 3'000 euro di presunte spese di gestione, ma non vedrà mai i 6'000 euro richiesti.

Il 58enne è stato quindi condannato a tre anni e un mese di reclusione per circonvenzione di incapace, con l'aggravante di aver commesso i fatti mentre si trovava già agli arresti domiciliari. Secondo il pubblico ministero, l'uomo ha approfittato della fragilità psichica della donna, attualmente seguita da un amministratore di sostegno, che "non era in condizione di acconsentire in piena libertà alle richieste di denaro". Tesi respinta invece, invano, dalla difesa, che puntava sul fatto che la donna avesse sporto querela solo per la truffa del prestito e che avesse donato il denaro volontariamente, sostenendo che l'uomo non poteva rendersi conto della patologia della donna in quanto quest'ultima, come riferito dai testimoni, si era presentata ai pochi e fugaci appuntamenti molto curata e pulita.

Per la truffa del prestito, invece, è andato assolto l'altro accusato, un torinese di 67 anni: come dimostrato dall'avvocato difensore, l'uomo nel periodo in cui si sono svolti i fatti, ovvero il 2018, si trovava in carcere in Francia e l'anno prima aveva sporto denuncia per un utilizzo improprio dei suoi documenti, probabilmente sottrattigli online dopo che aveva risposto ad un annuncio di lavoro.

È questa la ricostruzione della vicenda che è costata una condanna a tre anni e un mese di reclusione a un 58enne torinese, imputato di circonvenzione di incapace, con l’aggravante di aver commesso i fatti mentre era agli arresti domiciliari. Della truffa del finanziamento, invece, doveva rispondere solo un altro torinese, di 67 anni, che però è stato assolto dal giudice del Tribunale di Varese, Niccolò Bernardi, come chiesto anche dal pm Lucilla Gagliardi: il suo difensore, l’avvocato Sara Morandi, ha infatti dimostrato che nel periodo incriminato (il 2018) l’uomo era in carcere in Francia e l’anno prima aveva denunciato un utilizzo indebito dei suoi documenti, probabilmente sottratti on line da qualcuno dopo che lui aveva risposto a un annuncio di lavoro.

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