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Strage di Erba, ‘inammissibile’ la revisione del caso

A dirlo è la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni nella sua valutazione. L’ultima parola spetterà in ogni caso alla Corte d’Appello di Brescia

Sono passati quasi diciassette anni dai tragici fatti
(Ti-Press)
26 luglio 2023
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Un nuovo capitolo del lungo e tormentato iter giudiziario relativo alla strage di Erba, la mattanza del dicembre 2006 che è costata la vita a tre donne (madre e figlia e una vicina di casa) e a un bambino di due anni. A scrivere il nuovo capitolo, destinato a non essere l’ultimo, è stata la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni che ha trasmesso ai giudici della Corte d’Appello di Brescia la richiesta di revisione, firmata dal sostituto Cuno Tarfusser a fine marzo scorso, per chiedere di riaprire il processo nel quale sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo i coniugi erbesi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa di Raffaella Castagna (una delle vittime) con la quale erano da anni ai ferri corti.

‘Non ci sono nuove prove decisive’

L’atto della Procura generale è accompagnato da un parere negativo scritto dalla procuratrice generale e dall’avvocato generale dello Stato Lucilla Tontodonati, nel quale il documento di Tarfusser viene bollato come “inammissibile”, perché proveniente da un “soggetto non legittimato” e infondato “nel merito”, perché mancano i “presupposti” previsti dalla legge e in particolare le “nuove prove decisive” richieste per una revisione. Nella loro relazione, la procuratrice generale e l’avvocato generale sottolineano come le confessioni di Olindo e Rosa sulla strage di Erba sono state già ampiamente valutate nelle sentenze, non ultima quella di Cassazione, che li hanno condannati all’ergastolo. Così come ha già retto al vaglio di tutti i giudizi il riconoscimento di Olindo da parte di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla carneficina. La conseguenza è che “non ci sono quelle nuove prove decisive”. Nelle scorse settimane, come riferito da ‘laRegione’ la procuratrice generale Francesca Nanni ha firmato un esposto (all’esame della Corte di Cassazione) per chiedere l’apertura di un provvedimento disciplinare a carico del suo sostituto per aver “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio”.

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