Confine

Como, ai senzatetto serve un dormitorio. Ma non si trovano spazi

La realizzazione di un nuovo centro in città è stata decisa dal consiglio comunale, con una delibera bocciata solo dalla Lega. Cresce il numero dei senzacasa

(Ti-Press)
7 novembre 2019
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A Como non ci sono spazi in cui realizzare un nuovo dormitorio per senzatetto, un numero in costante crescita anche in conseguenza del decreto Salvini, che per i profughi non prevede assistenza, per cui finiscono in strada. Le difficoltà nel trovare qualcuno disposto a mettere a disposizione dei locali per realizzare il dormitorio dimostrano “inesorabilmente l’inadeguatezza dell’amministrazione”, come sostiene a voce alta buona parte della politica lariana. La Caritas diocesana va oltre sostenendo che ''si  tratta anche di un segnale chiaro di come il problema sia un altro e molto più serio”.

''Il discorso è molto complesso. Purtroppo difficilmente lo si potrà risolvere facendo degli appelli a enti o associazioni – spiega il direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi – Anche perché non è trovando un posto fisico che si risolve un’emergenza che è ben più difficile da gestire”. Il riferimento è alla necessità di “creare interventi capaci di accompagnare queste persone fuori da condizioni di grave marginalità – spiega Bernasconi – Tutti devono fare qualcosa. La Chiesa di Como, nelle sue varie espressioni oggi da già accoglienza a 300 persone in varia forma”.

La realizzazione di un dormitorio in città è stata decisa dal consiglio comunale, con una delibera bocciata solo dalla Lega. Palazzo Cernezzi sostiene di non avere immobili, per questo ha lanciato un appello a enti e associazioni. Nessuno ha risposto, per cui il sindaco Mario Landriscina ha rinnovato l'appello. Iniziativa bocciata. In primis da Patrizia Maesani, ex consigliere comunale di Fratelli d'Italia: ''Via Volta e Santa Teresa. Questi sono alcuni degli immobili chiusi e a norma del Comune, al netto di possibili utilizzi futuri di cui si è parlato ma di cui ancora non si sa nulla. Perché i privati dovrebbero dare al Comune un immobile? È compito del Comune occuparsi della grave marginalità”.

Dura anche la presa di posizione dell'ex assessore Bruno Magatti (Civitas). “Il Comune non è capace di gestire una situazione simile. E non ha senso puntare sull’intervento risolutore da parte di realtà esterne", spiega. "La politica non si fa certamente così, lanciando appelli e mettendo gli interlocutori alla gogna”. Intanto, Caritas diocesana sta cercando volontari per il dormitorio che aprirà il 1° dicembre all'interno del Centro Cardinal Ferrari, con 40 posti letto, che vanno ad aggiungersi ai 50 della tensostruttura aperta lo scorso 1° novembre, nel cortile dello stesso centro.

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