Economia

Ubs impone venti ‘linee rosse’ ai dipendenti di Credit Suisse

I passi vietati includono l'assunzione di clienti provenienti da Libia, Russia, Sudan e Venezuela e il lancio di nuovi prodotti senza approvazione

La lettera
(Keystone)
12 giugno 2023
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Ubs starebbe imponendo severe restrizioni ai dipendenti di Credit Suisse, tra cui il divieto di acquisire nuovi clienti da Paesi ad alto rischio e di utilizzare prodotti finanziari complessi: lo scrive il Financial Times in un contributo online.

Stando alla testata britannica i dirigenti di Ubs hanno stilato un elenco di oltre 20 cosiddette "linee rosse" invalicabili che vietano al personale di Credit Suisse una serie di attività a partire dal primo giorno di unione delle due banche, riferiscono persone a conoscenza del dossier. I passi vietati includono l'assunzione di clienti provenienti da Stati quali Libia, Russia, Sudan e Venezuela e il lancio di nuovi prodotti senza l'approvazione dei dirigenti di Ubs. Non avvicinabili sono anche i politici ucraini e le imprese statali del Paese dell'Est, per evitare potenziali problemi di riciclaggio di denaro.

Parlando di rischi

L'elenco delle restrizioni comprenderebbe undici rischi finanziari e dodici non finanziari ed è stato redatto dal dipartimento di compliance, cioè quello che si occupa di garantire la conformità alle regole della banca. Contattata dall'agenzia Awp, Ubs non ha voluto commentare queste informazioni.

Lo sfondo delle "linee rosse", spiega il quotidiano inglese, è da ricercare probabilmente nella precedente cultura di Credit Suisse: l'istituto era molto più disposto ad accettare clienti difficili e a offrire loro prodotti ad alto rischio. "Siamo preoccupati per la contaminazione culturale", aveva dichiarato il mese scorso il presidente del Consiglio di amministrazione di Ubs Colm Kelleher. "Avremo una soglia incredibilmente alta per chi entrerà in Ubs", aveva detto.

Ubs ha completato lunedì l'acquisizione legale della concorrente. Venerdì Ubs e la Confederazione avevano firmato definitivamente il contratto con cui lo Stato fornisce un'ampia garanzia a copertura di eventuali perdite derivanti dalla realizzazione di attivi di Credit Suisse. La garanzia è di 9 miliardi di franchi e copre le eventuali perdite eccedenti 5 miliardi, importo questo che sarà a carico di Ubs.

Come noto Ubs ha accettato di rilevare la concorrente pagando un prezzo di 3 miliardi di franchi. Da parte sua lo Stato ha messo sul tavolo 259 miliardi, fra aiuti di liquidità della Banca nazionale svizzera (200 miliardi e altri 50 prima del 19 marzo, data in cui è stata annunciata l'acquisizione) e garanzie della Confederazione (i suddetti 9 miliardi).

Oggi sarà probabilmente anche l'ultimo giorno di negoziazione delle azioni Credit Suisse alla Borsa svizzera.

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