Economia

Ricavi in crescita per Migros. Che però potrebbe alzare i prezzi

Risultati superiori del 20 per cento nel 2021 rispetto all’anno precedente per il colosso del commercio al dettaglio. Ma per il futuro...

Fabrice Zumbrunnen, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros
(Keystone)
29 marzo 2022
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Migros ha guadagnato di più nel 2021: nel secondo anno di pandemia il colosso del commercio al dettaglio ha realizzato un utile di 668 milioni di franchi, il 20% in più di quanto conseguito (su base comparabile) nel 2020.

Il risultato operativo Ebit è salito dell’11% a 800 milioni di franchi, ha indicato oggi la Federazione delle cooperative Migros. Si tratta del quarto miglioramento consecutivo, sottolineano i vertici. "Il gruppo gode di una solida posizione finanziaria per affrontare le attuali sfide del mercato e per rendere gli acquisti della sua clientela ancora più attraenti grazie alle innovazioni", afferma la direttrice finanziaria Isabelle Zimmermann, citata in un comunicato.

Il fatturato – dato già noto da metà gennaio – si è attestato a 28,9 miliardi di franchi, con una progressione del 2,3% su base rettificata. La crescita è stata ottenuta malgrado il fatto che importanti settori – come quelli dei viaggi, della ristorazione e delle attività per il tempo libero – abbiano subìto nuovamente battute d’arresto legate alla pandemia, fanno notare i dirigenti.

Migros si è concentrata sui settori di attività strategicamente importanti, confermando la sua posizione di leader di mercato nel commercio al dettaglio svizzero, sia per quanto riguarda i punti vendita stanziali che nell’online, dove è stata superata per la prima volta la soglia dei 3 miliardi di ricavi, scrive la federazione. I clienti dei supermercati hanno beneficiato di riduzioni di prezzo pari a circa 190 milioni di franchi, ovvero a una media dell’1,7%.

Migros sottolinea anche il suo contributo per rafforzare la coesione sociale in Svizzera. Nel 2021 i tre pilastri in questo campo sono stati riuniti sotto l’unica categoria ‘Impegno Migros’, costituito dal Percento culturale Migros, che esiste dal 1957, dal Fondo pionieristico Migros e dal Fondo di sviluppo Migros. Nel 2021 sono stati sostenuti progetti nei settori vivere insieme, cultura, formazione, salute, tecnologia ed etica, nonché clima e risorse con un totale di 160 milioni di franchi.

In materia di clima, tutte le aziende del gruppo si sono imposte traguardi ambiziosi per raggiungere al più tardi entro il 2050 l’obiettivo zero emissioni nette. La tappa intermedia consiste nel ridurre del 70% entro il 2030 (rispetto al 2019) le emissioni di gas serra dei singoli settori del conglomerato.

Migros continua inoltre a essere il più grande datore di lavoro privato in Svizzera. Nel 2021 aveva 97’541 dipendenti, contro i 99’155 del 2020. La contrazione è riconducibile alla vendita di Globus e Saviva, nonché alla flessione nel comparto viaggi. Allo stesso tempo il gruppo ha creato più di 1’000 nuovi posti di lavoro, in particolare nel commercio online e nel settore sanitario.

All’orizzone si profila un rincaro dei prezzi

Sulla scia del rincaro generalizzato, i prodotti Migros sono destinati a diventare più cari. «Al momento, non ci aspettiamo grandi adeguamenti dei prezzi; a medio termine, tuttavia, probabilmente non saremo in grado di impedire aumenti», afferma Fabrice Zumbrunnen, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros (Fcm).

Migros si è posta l’obiettivo di offrire il miglior rapporto qualità/prezzo e l’azienda lavorerà quindi per ridurre al minimo gli effetti sui clienti del massiccio incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, spiega il manager in un’intervista all’agenzia Awp. La forza del franco svizzero dovrebbe fornire un aiuto.

Il gruppo è confrontato con rincari generalizzati sul fronte delle forniture dallo scorso autunno: la guerra in Ucraina ha poi esacerbato la situazione, afferma Zumbrunnen. Attualmente è molto difficile fare previsioni sull’aumento dei prezzi nei negozi. «Stiamo analizzando prodotto per prodotto».

La filiale Hotelplan, duramente colpita dalla conseguenze della pandemia, è sulla strada del recupero. «Nel secondo semestre dell’anno scorso abbiamo notato che il desiderio di viaggiare è intatto», osserva il 52enne neocastellano che da un quarto di secolo lavora per il gigante arancione. Se gli affari proseguiranno come finora, Hotelplan quest’anno tornerà in zona utili.

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