Verso le comunali del 5 aprile
Ecco le risposte al nostro questionario di Danilo Baratti, candidato al Consiglio comunale per il comune di Lugano sulla lista I Verdi e indipendenti, lista 8.
Docente in pensione, ricercatore indipendente (generalmente gratis), orticoltura amatoriale
Poco o nulla. Probabilmente nulla, al massimo 50 franchi.
Sia il mercato (che non è il mio Dio) sia una razionale pianificazione della mobilità del futuro ci dicono che l'aeroporto ha concluso il suo ciclo. La sua dismissione pianificata, con un buon piano sociale, sarebbe stato un caso esemplare di razionalità politica. Ma si è voluto diversamente...
Non ha senso, credo, fare un discorso generale sulle aggregazioni, slegato dalle concrete situazioni locali. Per principio non sono favorevole alla spinta aggregativa, se non nasce dal basso.
Né una cosa né l'altra. Da un punto di vista formale, sullo scavalcamento delle prerogative dipartimentali, ha ragione Bertoli. Trovo però ragionevole che si vogliano fissare alcune norme generali per limitarne l'uso a scuola. Quindi: divieto parziale e argomentato.
Sì, è una professione, visto che richiede tempo e capacità applicate alla generazione di reddito. Ma è una professione che mi disgusta, propria di una società che pure mi disgusta e preoccupa.
Frenare quella speculativa, che costruisce palazzine distruggendo il patrimonio storico mentre il potere politico guarda distrattamente dall'altra parte. Promuovere ristrutturazioni e risanamenti sì, possibilmente per mettere a disposizione appartamenti a prezzi accessibili.
Anche qui: non si può parlare in termini generali. Cosa è "cultura"? Tuttavia, stando all'accezione comune – musica, teatro, letteratura, cinema...– no, non si spende troppo. Mi farei qualche domanda, invece, su chi occupa oggi una posizione chiave nella gestione di questi fondi.
Frenandola.
Moratoria certo, moratoria. Non tanto, o non solo, per l'eventuale effetto sulla salute, ma per quell'«internet delle cose» che si sta preparando. Sarò fuori dal tempo, ma la delega di tutto agli algoritmi mi preoccupa. E diffido anche della «smart city».
No, decisamente no. Altro caso di irrazionalità e di contraddizione nella politica del traffico.
Urgente, oltre a una generale riduzione dell'impronta ecologica della città, è l'adozione di misure efficaci per attenuare gli effetti del surriscaldamento. Per esempio con una pavimentazione in centro che consenta la traspirazione del terreno, invece di "pregiate" superfici impermeabili.
Questo me lo chiedo spesso anch'io, visto che difficilmente si riesce a cambiare qualcosa in questa macchina che procede per inerzia nella direzione sbagliata. Ma almeno si possono porre, ogni tanto, alcuni problemi. Esporre delle critiche. Mettere in circolo delle idee...
I problemi "principali" sono parecchi, non è possibile indicarne uno. E sono legati tra loro. Tra questi la mobilità irrazionale e la lentezza nel prepararsi agli effetti del cambiamento climatico. Ma in generale l'incapacità di uscire dal paradigma dominante della crescita.
Dipende da cosa si intende per "allearsi". In ogni caso le alleanze non possono che essere variabili, in funzione dei contenuti, dei temi in discussione di volta in volta. A domanda vaga, risposta vaga.
...prevalga l'attenzione verso gli elementi di richiamo turistico – con la trasformazione della città in una sorta di luna park diffuso e globalizzato – di fronte alla qualità di vita degli abitanti, a questioni come l'alloggio o le occasioni di autentica socializzazione e crescita culturale