Cinema

Ottant’anni di Catherine Deneuve

Artisticamente più longeva di Brigitte Bardot, più misteriosa di Sophia Loren. Nei giorni del compleanno è Bernadette Chirac, nelle sale parigine

‘Oui, je suis...’
(Keystone)
22 ottobre 2023
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La frase del celebre spot – “Oui, je suis Catherine Deneuve” – non ha mai scalfito l’immagine di una delle dive del cinema europeo. Artisticamente più longeva di Brigitte Bardot, più misteriosa di Sophia Loren, più irriverente di tanti prodotti dello star system, Catherine Fabienne Dorléac, in arte Deneuve, ha compiuto ottant’anni.

‘La ragazza super sprint’

Nata a Parigi il 22 ottobre 1943, figlia di due attori (il padre Maurice è il direttore di doppiaggio della Paramount), cresce nella città controllata dai nazisti ed esulta per l’arrivo degli americani e di De Gaulle. Terza di quattro figlie, fin da ragazzina s’avvicina al cinema come doppiatrice nelle pellicole americane esportate in Francia. Sarà la sorella Françoise a trascinarla, 13enne, sul set per la prima volta per un’apparizione in ‘Le collegiali’ di André Hunebelle. Tre anni dopo accetta, senza entusiasmo, il primo ruolo in ‘La ragazza super sprint’ di Jacques Poitrenaud. Sceglie un nome d’arte – il cognome della madre, per non oscurare la carriera della sorella – quando Mel Ferrer la vuole con sé perché le ricorda Audrey Hepburn. Nel 1961 incontra su un set Roger Vadim, da cui una relazione burrascosa, un figlio (Christian) e la spinta di lui per girare ‘Il vizio e la virtù’ (1963), che significherà per lei il successo.

Il mito della bellezza algida

Jacques Démy la sceglie come protagonista di ‘Les parapluies de Cherbourg’, musical premiato a Cannes nel 1964; il sodalizio produrrà, nel 1967, ‘Les demoiselles de Rochefort’ a fianco della sorella di cui Catherine interpreta in scena la gemella. Lasciato Vadim, sposa nel 1965 il fotografo inglese David Bailey, mentre Roman Polanski la vuole nella parte dell’assassina nel suo primo film inglese, ‘Repulsion’, Orso d’argento a Berlino 1965. Assorbito il dolore per la morte della sorella, i produttori la impongono a Luis Buñuel per ‘Bella di giorno’ (1970): il mito della bellezza algida creato da quell’interpretazione resterà a lungo. Leone d’oro a Venezia, ma portatore di scandalo, il film avrà un seguito ideale due anni dopo con ‘Tristana’.

Nel 1969, François Truffaut la vuole in ‘La mia droga si chiama Julie’ (1969). La relazione sentimentale col regista terminerà a breve, lasciando il posto a un sodalizio artistico che porterà a ‘L’ultimo metro’ (1980), con Gérard Depardieu. È Polanski a presentarle Marcello Mastroianni: i due si incrociano sul set di ‘Tempo d’amore’ (1971), di Nadine Trintignant; più tardi avranno una figlia insieme – Chiara, attrice e modella - e faranno spesso coppia sullo schermo.

Bernadette Chirac

Attrice camaleontica, ha affrontato la commedia (‘Il mio uomo è un selvaggio’, con Yves Montand), ha sfiorato l’Oscar con il kolossal ‘Indocina’ (1992), respingendo la corte di Hollywood, concedendosi al giovane cinema indipendente e trovando in André Techiné e Manoel De Oliveira i suoi ultimi maestri. Testimonial per Yves Saint Laurent, vincitrice di un numero record di premi alla carriera, fumatrice accanita, nel 2019 è sopravvissuta a un ictus. “Oggi – dice – scelgo solo con più cura i film che ho voglia di fare e mi curo del resto della vita che ho a disposizione”.

Il suo nuovo film, ‘Bernadette’, sulla moglie del presidente Chirac, è appena uscito sugli schermi parigini.

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