La recensione

Ritorno esplosivo per le missioni impossibili di Tom Cruise

Il settimo capitolo di ‘Mission: Impossible’ è in sala. A fronte del più alto budget della saga, il ritorno di Ethan Hunt cerca il colpo grosso.

Hayley Atwell (nei panni di Grace) e Tom Cruise in una scena del film
(Keystone)
13 luglio 2023
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Una storia raccontata in quasi tre ore e divisa in due parti, il ritorno di vecchie conoscenze assieme alla creazione di nuovi personaggi da scoprire, quasi trecento milioni di dollari spesi in una produzione iniziata nel 2019 (prolungata e ostacolata dal Covid-19); tutto lasciava presumere che ‘Mission: Impossible Dead Reckoning’ parte 1 – nelle sale ticinesi – puntasse a rivoluzionare il brand. Un labirinto di spionaggio e intrighi che costituiscono un’eredità sicuramente difficile da raccogliere, viste le difficoltà nell’allacciarsi a ben sei capitoli precedenti così come realizzare nuove idee di sceneggiatura che riuscissero a stupire ancora gli spettatori, ormai avvezzi a divorare pantagruelici pasti a base di film d’azione. Alla fine dei conti, Tom Cruise è e rimarrà il James Bond americano per eccellenza e forse anche di più, considerando quanto inimmaginabili siano gli stunts che l’attore compie ancora oggi, all'età di 61 anni.

La storia inizia negli abissi dell’Artico, dove un sottomarino russo sta testando un sistema di occultamento, con grandi risultati. Tuttavia, un'intelligenza artificiale (IA) fuori controllo prende il comando del mezzo navale, inganna i sistemi di bordo e l’equipaggio, facendolo affondare grazie al dirottamento di uno dei missili. L’agente Ethan Hunt (impersonato da Cruise) deve dunque recuperare, dalla vecchia fiamma e collega Ilsa Faust (Rebecca Ferguson), uno dei due pezzi che compongono una chiave, ignaro che la stessa serva ad accedere al sottomarino e quindi alla sorgente dell’IA. Avendo hackerato praticamente tutti i sistemi di difesa mondiali così come le banche, l’entità è un mezzo potentissimo che può sconvolgere gli equilibri dell’intero pianeta, per questo motivo l'agente non è l’unico a cercarla.

Abbandonato e braccato anche dai suoi colleghi, grazie all’aiuto dei suoi storici compagni Luther e Benji, Ethan inizia così un complesso e intricato gioco delle tre carte con la ladra Grace, il suo stesso capo Kittridge, la Vedova Bianca già incontrata in precedenza nonché la nemesi Gabriel, misteriosamente al servizio dell’intelligenza artificiale e con cui il protagonista ha una faccenda irrisolta. Nel deserto remoto arabo, a Roma, a Venezia e sfrecciando sull’Orient Express per Innsbruck, i pezzi della chiave passano di mano in mano, come sempre tra sparatorie, inseguimenti al cardiopalma, pericoli mortali e, quasi ovviamente ormai, in extremis.

Un capitolo che alza l'asticella

Forse il migliore, comunque sicuramente allo stesso livello dei più alti della saga, questo capitolo alza l’asticella da saltare e la supera. Non dotato di una sceneggiatura sempre estremamente chiara né particolarmente profonda, ‘Mission: Impossible Dead Reckoning’ non inventa di per sé niente di nuovo, ma non per questo risulta meno valido, anzi. Minacce di bombe nucleari, furti impossibili, inganni con maschere, tripli giochi e chi più ne ha, più ne metta: questo è ciò a cui ci siamo stati abituati negli anni, ovviamente il tutto condotto dallo sguardo penetrante, racchiudente forse un barlume di lucida follia, di Tom Cruise. Probabilmente, nessuna vera spia in carne e ossa ha mai fatto, anche solo lontanamente, ciò che quest’attore ha compiuto negli anni per questi film, ciononostante continua a superare se stesso grazie alla volontà di compiere, davvero, l’impossibile, con il motto “don’t be careful, be competent”. Sono proprio la sua incredibile competenza e prestanza atletica a contraddistinguere questo franchise, non a caso è uno dei pochissimi attori della storia del cinema ad aver rischiato periodicamente la vita, come Buster Keaton tanti decenni fa o il più vicino e affine Jackie Chan.

Non può essere tralasciato il fatto che sia il film più lungo della saga, oltretutto pensato per essere raccontato in due parti, tuttavia la gestione del ritmo è praticamente impeccabile e non concede niente di simile alla noia. Serio ma con tratti divertenti, soprattutto le molte scene in Italia, per noi vicini italofoni particolarmente godibili, sembra voler approfondire alcuni aspetti fondamentali della caratterizzazione del suo personaggio principale, anche se un po’ timidamente, come ad esempio chi fosse Ethan prima del reclutamento da parte della IMF (Impossible Missions Force), ma per continuare a scoprirlo ulteriormente bisognerà aspettare l’uscita della seconda parte, con molte aspettative positive.

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