Società

‘Carlo segua l'esempio danese e indichi la data di abdicazione’

Dal Guardian parole di elogio per il monarca britannico, ma anche l'invito a voler prendere in considerazione il passaggio di poteri a William

Affinché non diventi ‘una statua di cera cerimoniale’

L'abdicazione della regina Margherita II di Danimarca a favore del figlio Federico è il segno di una "monarchia costituzionale ragionevole" e re Carlo III dovrebbe seguirne l'esempio. Questo è quanto sostiene il Guardian in un editoriale ricco di elogi per la scelta dell'82enne regina, che ha compreso che "il tempo stava per scadere e i mali stavano aumentando". Margherita è solo l'ultimo sovrano europeo ad abdicare, ma l'elenco negli ultimi 10 anni include anche i monarchi di Paesi Bassi, Belgio e Spagna e anche il 77enne Carl Gustaf di Svezia starebbe ponderando la decisione. "L'ereditarietà è una base indifendibile per ricoprire un'alta carica. Sopravvive solo nella più terribile delle dittature e nella più liberale delle democrazie", denuncia il Guardian, invitando Carlo a non diventare "una statua di cera cerimoniale" lasciando il trono a William, che ha già dimostrato di essere "ben preparato e adatto al compito".

"All'epoca del giubileo di platino di Elisabetta II, nel 2022, si parlava tranquillamente di una sua abdicazione a favore di Carlo. La nazione rischiava di ripetere la lunga incapacità dell'anziana Regina Vittoria. Queste voci sono state soffocate dal puro affetto per la Regina. Per i radicali, una monarchia europea geriatrica, seppellita in quelle che sono le case di cura, potrebbe essere ben accetta. Riduce il rischio di incidenti e scandali, come quelli che hanno colpito la Spagna sotto Juan Carlos, o di ingerenze nella politica democratica. Ma rende l'istituzione vulnerabile all'incapacità e all'impopolarità", sostiene il giornale.

Secondo il quotidiano britannico, l'abdicazione rappresenta la risposta più ovvia all'invecchiamento della monarchia. Significa che un capo di Stato "non è una statua di cera, ma deve essere un laborioso maestro di cerimonie". Invecchiare non dovrebbe mai essere un ostacolo al lavoro, ma l'età non si negozia. Carlo, dopo un lungo apprendistato, "si è dimostrato una figura attiva e popolare durante il suo mandato, ha un successore, William, ben preparato ed evidentemente adatto al compito". L'abdicazione di Beatrice d'Olanda a Willem-Alexander nel 2013 è stata "un precedente ideale: ha suscitato un'ondata di gratitudine per il suo regno, un benvenuto al figlio e, di conseguenza, una monarchia più forte".

Dal Guardian, come detto, arrivano però anche parole di elogio a Carlo per essersi speso per contenere "saghe principesche dannose come quelle di Andrew e Harry". Ma ora è chiamato ad "andare oltre nell'aggiornare la carica che un giorno passerà a suo figlio". Per il quotidiano, la proprietà reale a Londra è "enormemente sovradimensionata". I giardini di Buckingham Palace "dovrebbero essere un parco pubblico". "Rispetto ad altre "monarchie in bicicletta", quella britannica è su una scala fuori da ogni ragionevole proporzione, ostaggio di future disgrazie e impopolarità. Questo è un discorso che il prossimo governo britannico dovrebbe fare con il re", si legge.

L'editoriale si conclude con una critica ai falliti tentativi di riformare la Costituzione: "La Gran Bretagna è uno dei pochi Paesi al mondo in cui il potere legislativo, per quanto modesto, è ancora assegnato per parentela o religione". "Forse non sono questi i problemi più urgenti che il Governo britannico deve affrontare oggi. È facile fare spallucce e dire: se stessimo creando una nuova costituzione, non inizieremmo da qui. Ma non stiamo nemmeno iniziando. Non c’è alcun sussurro di riforma nell'aria. Ci si limita a dire: ‘Grazie, Danimarca’", conclude.

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