Culture

Addio a Daniel Kramer, il fotografo di Dylan

Non sapeva chi fosse fino all'esibizione televisiva in ‘The Lonesome Death of Hattie Carroll’: la folgorazione, e scatti che hanno fatto la storia

‘Highway 61 Revisited’, tra gli scatti indimenticabili

Daniel Kramer, il fotografo e fotogiornalista che negli anni Sessanta immortalò l'ascesa di Bob Dylan da menestrello della controcultura a principe del rock, è morto a 91 anni in una casa di riposo di Long Island. “È stato il fotografo più strettamente associato con Bob Dylan. Una definizione che all'inizio sembrava altamente improbabile”, aveva detto di lui la rivista Rolling Stone. Questo perché, pur avendo già il giovanissimo Dylan pubblicato tre album – ‘The Times They Are a-Changin’ è dell'inizio del 1964 – Kramer non sapeva praticamente nulla di lui. Fu solo dopo aver visto nel febbraio 1964 il 22enne cantautore interpretare in tv la ballata ‘The Lonesome Death of Hattie Carroll’ che il fotografo ebbe una folgorazione. La canzone riprendeva un evento realmente accaduto: una cameriera afro-americana uccisa l'anno prima a bastonate da William Zantzinger, un ricco ragazzo bianco ubriaco, durante una festa in frac in un hotel di Baltimora.

“Non lo avevo mai visto prima, non conoscevo il suo nome”, aveva raccontato nel 2012 Kramer a Time: “Ma fui colpito dal potente messaggio di rabbia sociale di quel brano e dal vedere Dylan che raccontava i fatti come un giornalista attraverso la musica e le parole”. Kramer, che all'epoca era un fotografo freelance, cercò per sei mesi di organizzare un servizio fotografico senza alcun successo, fino a quando il manager di Dylan, Albert Grossman, prese la telefonata e lo invitò a raggiungere Bob a Woodstock. Quello che avrebbe dovuto essere un appuntamento di un'ora si prolungò per una mezza giornata: la prima di una odissea fotografica di 366 giorni in cui, in anni chiave per l'esplosione della controcultura degli anni Sessanta, Kramer catturò immagini personali dietro le quinte di Dylan: a casa, in tournée, al tavolo del biliardo, in studio di registrazione. Le foto cominciarono ad apparire in giornali e riviste di tutto il mondo. Per i dylanologi, il 1965 fu l'anno del ‘big bang’, quando Dylan usò la chitarra elettrica al Folk Festival di Newport scioccando i tradizionalisti: secondo Kramer, che lo aveva visto sperimentare con lo stesso strumento qualche mese prima nello studio di registrazione della Columbia Records, “Bob non voleva veramente essere Woody Guthrie. Voleva essere Elvis Presley”.

Sono di Kramer anche due iconiche copertine di album che hanno fatto la storia della musica come ‘Bringing It All Back Home’ e ‘Highway 61 Revisited’. La prima, scattata nel salotto della casa di Grossman vicino a Woodstock con la moglie del manager, Sally, vestita di rosso sullo sfondo e Dylan con un gatto in braccio. Kramer fece solo dieci foto per ottenere il risultato e l'immagine finale fu scelta perché era l'unica in cui il gatto guardava dritto nell'obiettivo.

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