Letteratura

Addio allo scrittore Paul Auster

L'autore della ‘Trilogia di New York’ e del ‘Libro delle illusioni’ è morto nella sua casa di Brooklyn all'età di 77 anni

Nel 2019 a Losanna
(Keystone)

Scrisse lentamente per tutta la sua vita. Prima le bozze fatte a mano, poi i manoscritti finiti alla macchina da scrivere. “Riesco a creare circa una pagina al giorno”, disse una volta alla stampa tedesca. “Due, se ho fortuna, a volte anche solo la metà”. Nel corso della sua vita, a questa velocità, ha accumulato un impressionante catalogo di romanzi, poesie, saggi, canzoni e sceneggiature, tra cui numerosi bestseller mondiali come ‘La trilogia di New York’ e ‘Il libro delle illusioni’.

Paul Auster era uno degli scrittori statunitensi più popolari e di successo della sua generazione. È morto nella sua casa di Brooklyn all'età di 77 anni, per le complicazioni di un cancro ai polmoni, del quale soffriva da più di due anni. Ne danno notizia il New York Times e il britannico Guardian, citando l'amica Jacki Lyden.

Nato nel 1947 da immigrati ebrei a Newark, vicino a New York, Paul Auster voleva diventare uno scrittore sin dall'adolescenza. Studiò letteratura a New York e in Francia e si mantenne a galla con lavori di insegnante e di traduzione. Fu solo con la ‘Trilogia di New York’ – tre romanzi polizieschi vagamente intrecciati, intitolati ‘Città di vetro’ (City of Glass), ‘Fantasmi’ (Ghosts) e ‘La stanza chiusa’ (The Locked Room), pubblicati tra il 1985 e il 1987 – che raggiunse la piena notorietà. Negli anni successivi sarebbero arrivati romanzi come ‘Leviatano’, ‘Mr. Vertigo’ e ‘Il libro delle illusioni’, a fare di lui un autore di bestseller. I suoi personaggi, spesso autobiografici, si perdono frequentemente in ogni sorta di abissi e angoli oscuri, alla ricerca di sé stessi.

Tradotto in decine di lingue, più popolare in Europa che nel suo Paese, Auster era “ossessionato” dalla scrittura, per lui una lotta costante: “Per me scrivere non è un atto di libero arbitrio, è una questione di sopravvivenza, è la cosa più difficile che possa immaginare”. Per circa cinquant'anni, ha vissuto e lavorato nel quartiere newyorkese di Brooklyn, dove sono ambientate molte delle sue storie. La moglie, Siri Hustvedt, è scrittrice, poetessa e saggista, la loro figlia è la cantante e attrice Sophie Auster.

Dopo la diagnosi di cancro, Auster si era sottoposto a una serie di trattamenti, come raccontato al Guardian l'anno scorso in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro, ‘Baumgartner’: “Sento che la mia salute è così precaria che questa potrebbe essere l'ultima cosa che scrivo”, dichiarò in quell'occasione.

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