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Massimo Carlotto, tra le fauci dell’Alligatore

È un ritorno a Massagno quello dello scrittore padovano, atteso a ‘Tutti i colori del giallo’ mercoledì 13 marzo

È il ‘papà’ di Marco Buratti, ex cantante Blues, ex galeotto e detective senza licenza
(Wikipedia/A. Caranti)
12 marzo 2024
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Scrivere un buon noir non è affatto facile. Per parafrasare il maestro del giallo Pierre Lemaitre, ci vogliono dei rimbalzi, delle false piste, degli indizi, il colpevole, un commissario, un investigatore, dei complici. Per non parlare della suspense. Insomma, un bel mix di ingredienti da combinare insieme in molteplici slalom narrativi capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso.

Massimo Carlotto sembra aver imparato la ricetta alla perfezione. Scrittore padovano classe 1956, è oggi considerato uno dei maggiori esponenti italiani del genere. Dopo il suo esordio con il romanzo autobiografico ‘Il fuggiasco’, in cui racconta la sua drammatica e rocambolesca vicenda giudiziaria, firma oltre venti libri – quindici dei quali pubblicati con le edizioni E/O – i cui protagonisti sono avvocati, giudici, poliziotti, imprenditori e amministratori pubblici corrotti. Ma è con la saga dell’Alligatore – diventata nel 2020 anche una serie tv Rai – che si fa conoscere al grande pubblico grazie al fortunato personaggio di Marco Buratti, ex cantante Blues, ex galeotto e detective senza licenza, abituato a muoversi nel mondo della malavita.

Ospite affezionato di Tutti i colori del Giallo, domani alle 18.30 torna al festival per festeggiare i venti anni della kermesse, parlando proprio del suo personaggio più celebre.

Perché, tra tutti i generi letterari, ha scelto il noir? Quando ha capito che la sua scrittura sarebbe andata in quella direzione?

Posso dire che la scelta è stata fatta a tavolino. È successo nel 1994, quando ho capito che il noir era un mezzo straordinario per raccontare la società, approfondire le relazioni esistenti tra crimine e mondo reale. Questo tipo di indagini è la chiave per raccontare l’evoluzione della modernità, con uno sguardo sul mondo d’oggi e sulle sue contraddizioni.

Qual è, secondo lei, il ruolo che deve assumere oggi la letteratura?

Secondo me la letteratura ha un ruolo fondamentale nel fornire al lettore un’interpretazione del reale. Ogni scrittore deve affrontare scelte importanti, decidere cosa vuole raccontare e in che direzione andare. Ci sono temi che è ormai impossibile ignorare, si impongono alla nostra attenzione chiedendoci di essere affrontati. Mi riferisco in particolare all’indagine tra individuo e società e alla questione ambientale. La letteratura, in questo senso, deve avere una presa sulla realtà e riuscire a tradurla attraverso la creazione di storie. I miei romanzi partono sempre da una preliminare scelta di un tema attorno a cui svolgo una vera e propria inchiesta giornalistica destinata poi a essere trasformata sulla carta in una vicenda verosimile.

Come si sviluppano i suoi romanzi? Quale metodo di lavoro usa per strutturarli?

Credo che uno scrittore debba essere un osservatore ossessivo e che questa caratteristica rispetto allo sguardo lo debba portare a individuare un determinato soggetto. Solitamente affronto argomenti poco noti e spesso trascurati. L’Alligatore è stato un ottimo amico, in questo senso. Il primo romanzo della saga, uscito del 1995 con il titolo ‘La verità dell’Alligatore’, nasce dal mio incontro con un avvocato che mi ha svelato il proprio metodo di lavoro: per poter effettuare le sue indagini usava ex detenuti o persone appartenenti al mondo della malavita al fine di ricavare informazioni utili ai suoi casi. Niente di illegale, il codice penale italiano, dopo la riforma, permette infatti ai legali di svolgere le ricerche in autonomia, anche a costo di circondarsi di strani personaggi. Il mio Alligatore è frutto di questa nuova modalità di azione.

Di cosa parlerà durante l’incontro al festival?

Racconterò senz’altro in modo più articolato la genesi del mio personaggio più famoso e la sua evoluzione nel tempo. E poi darò qualche anticipazione sul mio nuovo romanzo, in uscita per Einaudi il prossimo 9 aprile.

Ci può dire qualcosa in merito?

Al momento posso rivelare soltanto che si intitola ‘Trudy’, come la moglie di Gamba di Legno, ed è ambientato nel mondo della sicurezza privata.

Ventesima edizione

Dalla mostra ai talk

Il 20esimo ‘Tutti i colori del giallo’ si apre oggi alle 18.30 al Salone Cosmo con l’inaugurazione della mostra ‘20 detectives, 20 ricette per un delitto’, disegni di Angelo Montanari. Alle 20 al Lux, la proiezione di ‘The Killers of the Flower Moon’ (2023) di Martin Scorsese, presentato da Manlio Gomarasca. Domani l’intervento di Carlotto, con annesso reading teatrale da ‘La verità del’Alligatore’ (musiche a cura di Raffaele Kohler e Luciano Macchia).

Giovedì alle 18.30, ‘Scrivere Noir’ con Giampaolo Simi e Ben Pastor intervistati da Moira Bubola e Teo Lorini (musiche a cura di Raffaele Kohler e Luciano Macchia). Venerdì alle 18.30, ‘La Svizzera e i suoi misteri’, la serata con Monica Piffaretti e Marcel Huwyler intervistati da Elisabetta Bucciarelli (traduzione di Romana Agliati, musiche a cura di Natasha Korsakova e Manrico Padovani). Tutte le informazioni (incluse le cene franco-belga, anglo-scozzese e svizzero-americana che chiudono le serate) su www.tuttiicoloridelgiallo.ch.

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