Culture

‘Il Fascismo e la musica’, conferenza di Carlo Piccardi

È il titolo dell'incontro con il musicologo in programma giovedì primo febbraio nella Sala patriziale di Lodrino

Musica d’archivio
(Bundesarchiv)
30 gennaio 2024
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Che la cultura sia potuta diventare strumento politico è dimostrato dalla Repubblica di Weimar negli anni Venti in Germania prima dell’avvento di Hitler. In quel caso si accusarono gli ambienti di sinistra di ‘Kulturbolschewismus’. Non fu lo stesso caso in Italia, dove il Fascismo non si era trovato a rovesciare uno Stato democratico. Semmai dal punto di vista culturale poteva addirittura appoggiarsi alla parte più avanzata del mondo intellettuale nella tensione verso il compimento di un vittorioso destino nazionale. Ne prendeva atto Alfredo Casella: “Abbiamo visto un forte gruppo di compositori risuscitare una musica di stile indiscutibilmente italiano, forte, ben costruito, chiara e tutta impregnata di quella luce solare che plasma la nostra vita e nella quale si intravedono le vecchie ombre ancestrali di Frescobaldi, di Monteverdi, di Vivaldi, di Scarlatti o di Rossini”.

Il disegno di una musica italiana all’altezza della nuova epoca era quindi già dato, nella dimensione sottintesa di significati che celebravano il traguardo di una gagliarda autarchia e di una classicità di forme. Sarà questo il tema della conferenza che il musicologo Carlo Piccardi terrà giovedì 1° febbraio alle 18.30 a Lodrino nella Sala patriziale in via Vetreria 7, per l’Associazione Amici di Giovanni Bassanesi.

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