Culture

Moda, sport e turismo, le relazioni non pericolose

Di Alessandro Tosi, Lorenzo Cantoni e ‘Fashion, sport, tourism’, dalla mostra al catalogo, edito da Ets

Il volume
14 ottobre 2023
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Nel film ‘Il diavolo veste Prada’, Maryl Streep nei panni di Miranda Prisley, perfida direttrice di un magazine di Moda, si scaglia contro una povera stagista in un monologo destinato a diventare uno dei pezzi più celebri della pellicola. L’oggetto della discussione è un capo indossato da un’inconsapevole Anne Hathaway, giovane assistente estranea al mondo della moda. “Quello che non sai - le dice Streep - è che quel maglioncino che indossi non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent, se non sbaglio, a proporre delle giacche militari color ceruleo. E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l'hai pescato nel cesto delle occasioni”.

In poche taglienti battute il personaggio riesce quindi a riassumere con efficacia come funziona il fenomeno della moda e quanto complessi e ramificati siano i suoi meccanismi. In sintesi, dietro a un semplice maglioncino si nasconde un mondo. Lo sanno bene anche Alessandro Tosi e Lorenzo Cantoni, curatori della mostra ‘Fashion, Sport, Tourism’ organizzata dal Museo di arte grafica di Pisa in collaborazione con l’Usi - Università della Svizzera Italiana e in programma fino al 29 ottobre: un viaggio all’interno di opere grafiche, manifesti, abiti e video che percorre oltre più di 100 anni di storia della moda, dello sport e del turismo mettendo in luce come tre fenomeni apparentemente così eterogenei e distanti siano in realtà profondamente interconnessi.

Il bel catalogo edito da Ets nato a corredo dell’esposizione offre una mappatura esaustiva delle aree in cui i tre ambiti si sono sovrapposti, influenzandosi a vicenda. Le Olimpiadi del 1896, la macchina scenica della Scala di Milano costruita attorno al ballo Sport del 1897, le prime riviste di moda con bozzetti dedicati all’abbigliamento sportivo sono tutti elementi che dimostrano come gli atleti e le loro discipline a partire dalla fine dell’’800 inizino a entrare nell’immaginario collettivo creando nuovi canoni estetici e nuove mete di viaggio. Case di moda e aziende come Elsa Schiaparelli, Chanel, Bally scelgono di lanciare linee di abbigliamento tecnico, pensate per gli sportivi ma destinate presto a diventare parte integrante del guardaroba di milioni di persone.

Particolarmente interessante è il ricchissimo paragrafo sulla scarpa, nata come elemento indispensabile alla protezione del piede e divenuta presto accessorio fortemente simbolico, espressione di uno specifico status socio-culturale. Ogni calzatura, come il maglioncino di Anne Hathaway, nasconde una storia, è il frutto di una serie di prototipi creati per un preciso scopo e adattati poi per più occasioni. Quanti di noi possiedono dei Moonboots pur non essendo mai stati in missione sulla luna, ad esempio?

A volte sono gli atleti stessi a studiare la soluzione migliore, disegnando modelli e dando vita a vere e proprie case di moda. Come accade nel celebre caso del tennista René Lacoste e in quello forse meno conosciuto dell’escursionista Vitale Bramani: “Mentre guidava una spedizione nel 1935 (Vitale Bramani) fu testimone di un grave incidente in cui morirono sei persone, anche a causa di calzature inadeguate. Come imprenditore, iniziò la ricerca di suole adatte, che portò allo sviluppo della suola Carrarmato, che brevettò nel 1937. Ne nacque l’azienda Vibram, che prese il nome dalle lettere iniziali del suo nome e cognome, diventando leader internazionale nel campo delle suole in gomma (Lemelson MIT, sd). Nel 1954 la prima scalata del K2 fu portata a termine da una spedizione italiana che indossava suole Vibram. Oggi importanti aziende di moda come Maison Margiela, Giorgio Armani, Stella McCartney o Moncler integrano ampiamente le suole Vibram nei loro prodotti.

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