Culture

È morto il fumettista Sempè, ‘padre’ del Piccolo Nicolas

Creò il celebre personaggio con René Goscinny, uno dei padri di ‘Asterix’. Firmò copertine del New Yorker e di Paris Match: tutta la Francia lo piange

1932-2022
(Keystone)

"Riposa in pace e mandaci la pioggia da lassù...". Quello dell’associazione dei vigili del fuoco francesi, impegnati nei devastanti incendi boschivi che stanno affliggendo il Paese, è uno degli addii più affettuosi a Jean-Jacques Sempé, anche soltanto ‘Sempé’, fumettista francese morto giovedì scorso all’età di 89 anni, a pochi giorni dal suo 90esimo compleanno. L’artista era nato a Pessac, nella Gironda, regione che più di altre sta pagando in queste ore la furia delle fiamme. Tra fumetti e vignette umoristiche, Sempé ha accompagnato la vita di giovani e adulti transalpini, che hanno nel ‘Piccolo Nicholas’ un punto fermo delle proprie letture. Nicholas nasce dall’unione di due rivoluzionari della matita: Sempé, che l’ha disegnato, e René Goscinny, uno dei padri di Asterix (scomparso nel 1977), che l’ha creato. ‘Le Petit Nicholas’, il cui esordio risale al lontano 1960, rappresenta anche uno dei primi esempi di letteratura moderna in cui il vissuto del racconto è il prodotto del linguaggio e del punto di vista di un bambino (è Nicholas a raccontare), anziché quello di un adulto.

Altri addii illustri a Sempé vengono del presidente Macron – "Ha avuto l’eleganza di rimanere sempre leggero senza farsi mancare nulla. Ci mancheranno terribilmente i suoi occhi e la sua matita" – e dallo scrittore Patrick Süskind, che lavorò con Sempé e ora affida le proprie parole alla Diogenes Verlag, casa editrice svizzera che ha pubblicato le opere del disegnatore francese in lingua tedesca: "Quadri che riflettono la pura gioia di vivere, meravigliosi dipinti di uno sguazzare nel silenzio, sensualità e splendore. Il vasto vuoto delle province, l’estate sulla Costa Azzurra, la festa di paese da qualche parte nel sud, tutto questo non solo può essere visto con Sempé, ma quasi vissuto. Ecco come riesce ad attirarci nelle sue immagini". Di Süskind, il disegnatore francese illustrò il libro ‘Storia del signor Sommer’.

‘Davanti a ogni pagina bianca, tutto viene messo in discussione’

"Non mi sento affatto come se avessi fatto ‘un’opera’. Quella è una parola che mi dà fastidio. Ho fatto molti disegni, certo, perché so come si fa, ma di qualità molto irregolare...", confidò Sempé a Paris Match nel 2012. "Davanti a ogni pagina bianca, tutto viene messo in discussione, dubitiamo tutto il tempo. Allora chiedo un parere ai miei amici, fino allo sfinimento: "Hai capito? Spiegami cosa hai capito!".

Sempé è morto nella sua casa di villeggiatura, come comunicato dalla moglie Martine Gossieau Sempé. Per mezzo secolo ha disegnato storie dal grande contenuto poetico, con tratto apparentemente semplice, inventando già negli anni 50 le prime graphic novel, senza risparmiare i temi sociali. Era nato il 17 agosto 1932 nei pressi di Bordeaux, pubblicò i suoi primi disegni già nel 1950, inizialmente sotto pseudonimo; alcuni anni dopo, la sua matita finì per illustrare Paris Match, Marie Claire, L’Express, fino al New Yorker, per il quale ha disegnato più di 50 copertine. Sono oltre 40 i libri illustrati lasciati ai posteri, in cui il peso del mondo è alleggerito da un approccio ironico. Ironia diretta all’uomo comune, alla borghesia, al ricco e famoso.

Il bambino balbuziente di Pessac

Le prime avventure del Piccolo Nicholas furono pubblicate in forma di fumetto su una rivista belga nel 1956, prima di essere ristampate dal quotidiano regionale Sud-Ouest, tre anni più tardi. Da allora, il ragazzino ha venduto milioni di copie ed è stato tradotto in più di trenta lingue. Nel 2009, il regista francese Laurent Tirard (‘Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà’) si è occupato della trasposizione sul grande schermo, e così per il secondo episodio, nelle sale nel 2014.

"Senza il suo tratto di matita – scriveva ieri proprio Paris Match – il piccolo Jean-Jacques sarebbe potuto diventare un canaglia". Sempé era di umile famiglia, i genitori, dall’istruzione approssimativa, si spaccavano la schiena a Bordeaux; il patrigno tornava spesso a casa ubriaco e violento. "Non c’era mai nulla di regolare", raccontava l’artista. "Potevamo avere tre giorni di calma e due giorni di fila di combattimenti". È così che il bambino di Pessac, balbuziente, è fuggito dalla cupa quotidianità, da raccontare poi con toni diversi dall’originale. All’inizio si firmava ‘Dro’ (‘To draw’, disegnare in inglese); accadeva prima dell’incontro decisivo con il parigino René Goscinny: a entrambi, il Festival di Annecy ha da poco riservato la proiezione di ‘Le Petit Nicholas - Cosa dobbiamo aspettare per essere felici?", film d’animazione franco-lussemburghese di Amandine Fredon e Benjamin Massoubre, un omaggio al tempo che fu, e che ancora sarà.

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