Culture

La mia vita è strana, e ‘Infinite Jest’ è un romanzo strano…

Intrattenimento, post-modernismo, post-post-modernismo, droga, tennis, tormenti, soppiantamenti di tabù, digressioni e inabissamenti di stile

È lì che senti che la letteratura è viva e pulsante. Fra le righe. Dentro le pagine e al di la del significato
20 giugno 2020
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Intrattenimento, post-modernismo, post-post-modernismo, dettagli, droga, tennis, tormenti, soppiantamenti di tabù, digressioni e incisi panoramici e inestimabili inabissamenti di stile. È di questo che parla ‘Infinite Jest’, anche se non parla di questo… ‘Infinite Jest’ parla di tutto e niente, dicono, e per quanto questa frase sia stata banalmente ripetuta da innumerevoli fanatici, resta comunque vera.

Con la modica cifra di circa 20 franchu ti garantisci l’intrattenimento per eccellenza. Con un mattone che sembra piuttosto un fermacarte, coniugato alla definizione di fermalibri, che grazie alla sua possente stazza può essere interpretato non solo attraverso la lettura, ma utilizzato anche per altre funzioni; per esempio per l’allenamento del sollevamento pesi, per trasformare il tuo corpo nel perfetto prodotto pubblicitario. Oppure per annientare i tuoi nemici (basta lanciarlo e centrare il bersaglio). Dotato pure di effetti speciali attivabili mediante comando. Uno di questi è il comando delle nota a piè di pagina, che piuttosto che essere tali sono note a piè di libro, consultabili mediante un processo di logoramento della carta che darà al vostro personale ‘Infinite Jest’ un tocco vintage. Oppure la funzione “rilettura” (che viene utilizzata più spesso di quel che si pensa). Ma gli usi di questa mastodontica opera non si fermano qui, perché ‘Infinite Jest’ è pure dotato di intelligenza artificiale che lo capacita per esempio di stare in piedi autonomamente, senza sostegni ulteriori e stare aperto senza l’intervento umano.

Unificando tutte queste straordinarie plurime funzioni in un solo e unico prodotto: ‘Infinite Jest’. Un prodotto con rapporto qualità-prezzo-tempo di lettura semplicemente incomparabile.

‘Infinite Jest’ éèla fine dei vostri momenti di noia, del “non so cosa fare”, del tempo dilatato e delle notti di sonno regolare… Perché ‘Infinite Jest’ non solo riempie il tuo tempo, ma anche la tua libreria, dalla quale troneggerà fieramente. Un’opera che vuoi leggere non tanto per il piacere della storia, bensì per potertene vantare con gli amici e una volta terminato (a meno che non ti arrendi prima), scrivere la tua personale, per niente banale recensione su Amazon (chissà cosa avrebbe pensato Wallace… Non credo che avrebbe approvato). Insomma, quello che avrebbe dovuto essere “A failed entertainement” per sfortuna di Wallace, è diventato ‘Infinite Jest’: una bibbia piuttosto che un romanzo. Una storia dentro un’enciclopedia. Il libro più celebrato degli anni 2000, che ha reso David Foster Wallace una leggenda, facendo sì che ottenesse esattamente quello che tutti vogliono… Fama successo e amore. Facendo dello scrittore lo Scrittore (con la S maiuscola perché questo fa più post-modernismo) uno stereotipo reso Prodotto grazie al marchio di fabbrica non equiparabile della sua indiscussa e autentica scrittura. Che nessuno osava mettere in discussione o criticare, perché realmente è qualcosa di straordinario. Cosa che non ha fatto bene a Wallace, anzi, ha forse distrutto l’eroe mediante la sua stessa leggenda, annientando la frizione con la realizzazione del suo successo. Perché gli esseri umani e gli artisti non hanno bisogno solo di successo, di essere riconosciuti e amati. Hanno anche bisogno di essere incompresi, insoddisfatti, e infelici. Perché è da quest’irrequietezza che nascono le opere d’arte geniali… Credo che sia stato questo successo sconfinato di Wallace ad averlo inibito. Annullando tutte le resistenze che fanno sì che si accenda una lampadina. Volando troppo vicino al sole, David Foster Wallace si è sciolto, bruciato dall’ottenimento della sua grandezza, conseguendo nel raggiungimento dei suoi desideri più profondi, il suo annientamento terminale, spegnendosi con la realizzazione del suo sogno.

Tuttavia, quando ho iniziato a leggere ‘Infinite Jest’, mi sono ritrovata anch’io a dire “WOW! Ma che roba è questa cosa vertiginosamente bellissima!!?”, scritta in modo così ricco e affascinante, inverosimile, contorto e spesso privo di significato.

Rapita da quei termini enciclopedici che non capivo, rimanevo spiazzata sul balcone di quel secondo piano di quell’antica casa ticinese, per ore, completamente estasiata dalla vaga sensazione di capire ‘Infinite Jest’, e, di conseguenza, le altre cose che contraddistinguono la mia esistenza. Perché ‘Infinite Jest’ non parla di una storia, parla della Tua storia. Parla delle tue emozioni e delle tue sensazioni che trapelano attraverso i meati del tuo cervello grazie a quella singolare lettura. E, nonostante siamo nel 2020 e quello che è successo è già successo, mi sono resa conto che stavo inconsapevolmente emulando David Foster Wallace, come innumerevoli altre persone nella seconda metà degli anni novanta e duemila avevano fatto. Su quel balcone mi sono ritrovata a leggere questo singolare capolavoro e a scrivere quello che mi trasmetteva il Mio ‘Infinite Jest’. Scrivendo pagine su pagine di sensazioni, evidenziando passaggi e citazioni e osservando le mie paure che pensavo di avere solo io. Deliri, parossismi, punti di vista brillanti e singolari… poi descrizioni su descrizioni, per esempio di tramonti, (perché nessuno è in grado di descrivere un cielo nello stesso modo in cui lo sapeva fare David Foster Wallace). Poi appunti sullo stile, sulla forma. Affermazioni, battute divertenti, passaggi profondi e sensazioni. Passi che a rileggerli ridevo da sola e in quella rilettura amavo ancora di più, perché mi sentivo bene in un modo strano mentre leggevo ‘Infinite Jest’. In un certo senso compresa, immersa in un’affascinante tristezza malinconica, in quella sensazione che mi fa apprezzare la vita anche quando sono triste. Emozioni le quali paradossalmente non passavano attraverso le vicende dei personaggi, ma piuttosto attraverso la Letteratura in sé e dall’acribia dettagliatamente approfondita, caratteristica di Wallace, che trasmettevano un’emozione più profonda, una sensazione che senti nel profondo delle ossa, nell’apparato digerente, nelle viscere e nel cuore e da quelle parti lì, perché è da quelle parti lì che senti le Sensazioni oltre alle parole e alle lettere. È lì che senti che la letteratura è viva e pulsante. Fra le righe. Dentro le pagine e al di la del significato. È lì che senti quella sensazione di fare l’amore a livello intellettuale.

E tutto questo emerge ancora meglio, perché se in ‘Infinite Jest’ è presente una trama, questa viene sbiadita dalla struttura anacronistica delle vicende accavallate, incomprensibilmente separate, rendendo la storia inafferrabile e strana. Colorata di innumerevoli sfumature, tanto da far sbiadire il disegno originario, offuscandolo e sostituendolo con quella che è la Tua storia, quelle che sono le Tue emozioni, le Tue paure e le Tue sensazioni, con questa scrittura logorroica intrisa di termini tecnici di altissimo livello, in quella prima persona microscopicamente vicina da far trapelare l’urgenza di Wallace di personificare il personaggio, in un modo misterioso che sa parlare di Te facendoti sentire meno solo. Sapeva rappresentare il tuo mondo, descrivendolo con i colori più assurdi, affascinanti e improbabili che tu possa immaginarti. Poi tutto si mischia e tutto si confonde, le trame non si uniscono, arrivano lunghi incisi, note a piè di pagina, termini da cercare sul dizionario e comincia a girarti la testa… E allora cominci a capire. Cominci a capire che la Tua vita e ‘Infinite Jest’ sono collegati; quando l’astrusa poetica di Wallace, per certi versi paragonabile a un foglietto illustrativo di un prodotto farmaceutico, comincia ad avere un senso. Mentre gli scherzi infiniti di vaghi concetti superflui cominciano a diventare essenziali, in questo enorme quadro assurdo che avviluppa il mondo stesso. In questa tela caotica e controversa di colori che in fin dei conti è la Tua vita. In questi tratti e queste sfumature che ti sono state donate da ‘Infinite Jest’ e che ora Tu doni al mondo e rifletti su di esso, contribuendo in piccolissima parte a quella mastodontica opera insignificante, irresistibile che scioglie le forme, le regole e i concetti, che va al di là della lingua e della parola… quest’opera che è ‘Infinite Jest’, in una narrazione surreale e anacronica, in cui il significato non sta più nel testo, ma nelle pulsazioni che esso trasmette, parlando direttamente a quello che sta oltre a testa cuore e viscere. Quello che le unisce. Oltre alle vicende dei personaggi, oltre alle Tue vicende, oltre a innumerevoli incisi, digressioni e vicoli ciechi. Non sono soltanto controversi anfratti della produzione letteraria di Wallace, ammassati apparentemente casualmente uno dopo l’altro, ma è una raccolta di spezzoni di Vita, di frammenti di una realtà distorta prodotte da infinite storie in una trama incagliata nella vita stessa. E c’è in quest’opera d’arte qualcosa di più di queste intricate storie che si accavallavano disconnesse perché ti rendi improvvisamente conto che la tua vita è intrinsecamene connessa ad ‘Infinite Jest’, nonostante siamo nel 2020 e i tempi sono cambiati, nonostante David Foster Wallace non c’è più e tu non fai esattamente parte di quella vicenda. Perché quando ti addentri nel dedalo di vicoli ciechi di ‘Infinite Jest’, rimani perplesso e stranito, perché sei nella stessa condizione che nella vita reale, ma stavolta non sei perso, sei nelle mani di un autore dolce, che ti illustra tutto questo strano capolavoro della vita dentro a termini tecnici ed enciclopedici, e tu continui alla cieca, pagina dopo pagina, con il sostegno soltanto di un dizionario e di “quella botte fallata della tua testa”. Mentre con la tua impostazione mentale cerchi di andare fino in fondo alle cose, cercando di sopravvivere contemporaneamente alla lettura e alla vita stessa, mentre ti crogioli in questa agonia di felicità contorta e affascinante. Senti la tua disperazione in un modo più bello e senti di amare fino in fondo le sfumature del mondo, perché le sfumature di ‘Infinite Jest’ le hai dipinte dentro gli occhi, sulla retina al di là dell’iride, oltre il foro delle pupille e il cristallino. E, ti rendi improvvisamente conto, che sei stato vittima di questa incomunicabile, irrinunciabile bellezza della vita stessa.

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