Culture

Pulitzer narrativa a Whitehead. Un premio al Nyt: Mosca insorge

La prestigiosa testata premiata per inchieste sul 'regime di Putin'. 'Semplici fabbricazioni russofobe', commenta l'ambasciata russa. I premi assegnati su YouTube.

Colson Whitehead, il primo Pulitzer nel 2017 (Keystone)
5 maggio 2020
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Anche il Premio Pulitzer si adegua all’emergenza, assegnando i prestigiosi premi su YouTube. Colson Whitehead vince, nel 2020, il secondo Premio Pulitzer per la narrativa con il romanzo 'I ragazzi della Nickel' (Mondadori). Lo scrittore americano era già stato premiato con il Pulitzer nel 2017 con 'La ferrovia sotterranea' (Sur) a cui era stato assegnato anche il National Book Award. Whitehead, 50 anni, nato a New York, è così uno dei quattro autori che in tutta la storia del premio hanno vinto due volte il Pulitzer dopo Booth Tarkington, William Faulkner e John Updike. In occasione dell'uscita americana de 'I ragazzi della Nickel' nel 2019 il 'Time' aveva dedicato la copertina a Whitehead con il titolo: "Colson Whitehead è uno dei più grandi scrittori americani viventi".

Il romanzo è ambientato nei primi anni Sessanta, in Florida e fa luce, ancora una volta, su un angolo buio della storia americana. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown, il quartiere afroamericano della capitale, ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King. Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un'auto rubata. Pur non c'entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi la cui missione è trasformare il piccolo delinquente in "un uomo rispettabile e onesto". Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio viaggio all'inferno.

Mosca e le Storie Tese

Malumori per la la vittoria del New York Times nella sezione affari internazionali del Pulitzer. Il riconoscimento è stato assegnato alla celebre testata americana per una serie di inchieste e video che "hanno rivelato le predazioni del regime di Putin" attraverso Africa, Medio Oriente ed Europa, ma la decisione non è andata giù all'ambasciata russa negli Stati Uniti, che ha accusato il comitato del Pulitzer di "mettere in risalto materiale antirusso che contiene affermazioni che sono state ripetutamente confutate non solo dai funzionari russi ma anche dalla vita stessa". "Riteniamo questa serie di articoli del New York Times sulla Russia una meravigliosa collezione di pure e semplici fabbricazioni russofobe che possono essere studiate come una guida per creare fatti falsi", ha scritto l'ambasciata russa su Facebook. Lo riporta il Moscow Times.

L’altra Mosca

Più pacata la reazione di Roman Badanin, direttore della testata investigativa indipendente russa Proekt, che comunica che almeno due delle inchieste del New York Times vincitrici del premio Pulitzer hanno "ripetuto" le conclusioni del giornale senza neppure guadagnare un link o una citazione negli articoli. Lo ha detto lo stesso Badanin in un post su Facebook. "Non mi faccio illusioni sul reale ruolo del giornalismo russo nel mondo ma devo notare: le due inchieste del New York Times, per le quali questo onorato giornale ha vinto il premio Pulitzer, ripetono i risultati degli articoli di The Project (Проект in russo) pubblicati qualche mese prima. Vorrei anche notare che i vincitori non hanno messo un solo link alla versione inglese del nostro articolo, anche quando, per esempio, 8 mesi dopo di noi hanno raccontato le attività degli emissari di Eugene Prigozhin in Madagascar. Non so ancora quale sia il mio atteggiamento nei confronti di questa situazione. È probabilmente bello, ma un po' strano", dice Badanin. Lo riporta il Moscow Times.

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