Culture

Il Gran premio di letteratura ad Alberto Nessi

Alberto Nessi
(Pablo Gianinazzi)
18 febbraio 2016
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«Uno scrittore non può dimenticare mai che è uno come gli altri, che vive la vita di tutti. Non deve dimenticare che dietro le parole ci sono le cose, gli esseri umani, e le sue parole hanno una relazione con queste donne, questi uomini, queste cose. Le sue parole hanno una relazione con la realtà, non sono solo simboli verbali. Hanno una loro vita poetica che però ha a che fare con la vita vera. Se manca questo legame, la sua parola cade nel vuoto o resta un ricamo, un divertissement. Uno scrittore non può dimenticare che la pianticella che coltiva ha bisogno di cure e non sempre arriva a fiorire. Non può dimenticare che pubblicare significa offrire emozioni, pensieri, inquietudine: la letteratura è un esercizio di umanità e ci aiuta a stare al mondo, a sentirci solidali di fronte alla vita».

Così ci dice Alberto Nessi, classe 1940, narratore e poeta, premiato in questo a Berna con il Gran premio svizzero di letteratura per l'insieme della sua opera letteraria. Dall'esordio nel 1969 come poeta, all'ultima raccolta di racconti, “Milò”, uscita nel 2014, Nessi ha avvicinato la poesia, la narrativa breve e lunga, la traduzione e la saggistica. Domenica pomeriggio al Lac al Lugano, a partire dalle 14.30, sarà protagonista insieme a Zeno Gabaglio di un incontro fra letture e musica.

Domani sul nostro giornale cartaceo si potrà leggere la lunga intervista in cui ha parlato con noi di letteratura, dell'arte di scrivere, di osservare e raccontare la realtà, di stare in mezzo agli altri esseri umani. 

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