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La Lombardia cerca medici in Argentina e Paraguay

In Lombardia le stanno provando tutte per dare una boccata d’ossigeno al settore sanitario, alle prese con un’emergenza senza precedenti a causa della carenza di medici e infermieri che continuano a rivolgersi al Canton Ticino e alle strutture private. Parlando di boccate d’ossigeno, una potrebbe arrivare niente meno che dall’Argentina e dal Paraguay. Ne è convinto l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso che in una recente conferenza stampa a Palazzo Lombardia ha illustrato i risultati della missione nei due Paesi sudamericani nei quali si è recato negli scorsi giorni. Obiettivo, reclutare personale sanitario.

Stando all’assessore lombardo alla Sanità, le autorità locali hanno fatto sapere che sono oltre 3’000 gli infermieri e oltre 500 i medici che hanno pronte le valigie per andare a lavorare in Lombardia. Bertolaso ha pure affermato che una cinquantina di medici sudamericani ha contattato direttamente l’assessorato al Welfare manifestando interesse per un posto di lavoro in un ospedale lombardo.

Insomma, pare sia stata un successo la missione di Bertolaso in Argentina e Paraguay: “Quella appena conclusa è stata una missione che aveva come obiettivo una cooperazione bilaterale, senza creare difficoltà alle strutture locali, anzi in piena energia con le istituzioni argentine e paraguaiane e le associazione di categoria del territorio. Entro dicembre dovrebbero essere assunti i primi infermieri” ha fatto sapere lo stesso Bertolaso, che ha pure informato di come sia in fase di programmazione un nuovo bando per l’assunzione di medici e infermieri italiani. “Se questo bando non dovesse dare i risultati sperati, si avvieranno bandi per personale proveniente dai Paesi con cui si avvia la collaborazione – ha continua Bertolaso –. Attualmente sono in preparazione corsi di italiano e aggiornamenti professionali, con riconoscimento del titolo per medici e infermieri interessati a venire in Lombardia”.

A proposito della carenza di personale sanitario in Lombarda ha affermato: “Sappiamo bene che il livello retributivo è basso e non correlato al costo della vita, in particolare nelle grandi città. Ma stiamo lavorando su incentivi economici e di altra natura”. M.M.