Ticino

‘A fine 2024 ci troveremmo in violazione del freno di disavanzo’

Così il presidente della Gestione Michele Guerra: ‘Non posso escludere che il voto del parlamento su preventivo e manovra di risparmio slitti a febbraio’

‘La strada è molto più in salita del previsto’
(Ti-Press)
14 dicembre 2023
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Si sono ritrovati non nella ‘sede istituzionale’ di Palazzo delle Orsoline, ma a qualche chilometro di distanza: al Castelgrande di Bellinzona. È qui che oggi pomeriggio si è riunita la commissione parlamentare della Gestione per discutere del Preventivo 2024 del Cantone e della controversa manovra di risparmio, sia il primo che la seconda varati dal governo in ottobre. «La riunione è andata bene: da tutti i gruppi sono state formulate proposte e quesiti all’indirizzo del Consiglio di Stato – dice alla ‘Regione’ il presidente della Gestione, il leghista Michele Guerra –. Del resto ci sono ancora diversi punti da chiarire. Le misure, nonostante le diverse audizioni fatte con il Consiglio di Stato da giugno a oggi, purtroppo non sono state discusse prima con la commissione preposta a ratificarle, ma le abbiamo ricevute il 18 ottobre, quando il Preventivo è stato pubblicato. Probabilmente, ci fosse stato un percorso comune fin da giugno, le cose sarebbero andate più velocemente. In questi due mesi abbiamo fatto molte analisi, ma manca ancora una convergenza e diversi aspetti delle misure non sono ancora chiari. E, tenuto conto di ciò, non posso escludere che il voto del plenum del Gran Consiglio slitti a febbraio. Segnalo infine che già a fine 2024 ci troveremmo in violazione del freno di disavanzo. La strada è quindi molto in salita».

E a proposito di freno ai disavanzi pubblici, i sindacati Vpod, Ocst e Sit ritengono “necessario un cambiamento di paradigma nella gestione delle finanze pubbliche”. È un passaggio della risoluzione votata dall’assemblea tenutasi lunedì. Secondo i sindacati “il decreto Morisoli e il freno costituzionale all’indebitamento vanno assolutamente rivisti, tenuto conto che vi sarà un impatto negativo non solamente nel 2024, ma ancor più grave nel 2025 per la popolazione e per i servizi al pubblico”. E “coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori”, i sindacati “esamineranno pertanto le proposte per superare questi artificiosi corsetti finanziari dettati da visioni rigidamente contabili della spesa pubblica”.

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