Ticino

D’Ettorre (Ocst-Docenti): ‘Il lavoro va pagato e riconosciuto’

La sezione del sindacato si è riunita questa sera in assemblea. ‘Porre fine alle modifiche al ribasso delle condizioni lavorative dei docenti’

‘Una situazione inaccettabile’
(Ti-Press)
13 dicembre 2023
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“È ora di porre fine alle modifiche unilaterali e sempre al ribasso delle condizioni lavorative, contrattuali e salariali dei docenti”. Queste le parole conclusive del discorso del presidente dell’Ocst sezione docenti Gianluca D’Ettorre in occasione dell’assemblea annuale del sindacato tenutasi questa sera a Lugano. E sottolinea: “Se il Canton Ticino incontra problemi finanziari nella pubblica amministrazione, li risolva in quell’ambito, non attingendo agli stipendi o risparmiando sulle pensioni e sulle condizioni di lavoro dei suoi dipendenti per far quadrare i conti. Il lavoro va pagato e riconosciuto, anche quello dei dipendenti pubblici, senza discriminazioni. Continuando a disconoscere il valore del lavoro collasserà il sistema”.

Uno sforzo sempre maggiore richiesto agli insegnanti

Un quadro a tinte fosche quello descritto da D’Ettorre durante l’assemblea che recrimina come negli anni venga chiesto uno sforzo sempre maggiore ai docenti: “Mentre negli ultimi decenni il governo e il Gran Consiglio hanno peggiorato le condizioni lavorative, salariali e pensionistiche del proprio personale, agli insegnanti è stato chiesto in misura crescente di farsi carico delle caratteristiche e dei problemi degli allievi agendo in modo sempre più mirato e personalizzato, adottando misure e protocolli ad hoc, sia per gli allievi ad alto potenziale, sia per quelli con difficoltà e specificità di varia natura”. Non solo. “I docenti – illustra il presidente della loro sezione in seno all’Ocst – devono sempre più spesso adottare forme didattiche nuove e sperimentali, che comportano maggiori responsabilità e oneri lavorativi, anche in termini di collaborazione accresciuta tra loro e con altre figure professionali o con genitori sempre più bisognosi di incontri e di riscontri”.

Incremento del carico e della qualità di lavoro al quale, secondo D’Ettorre, “non ha purtroppo corrisposto un aumento proporzionale delle risorse a disposizione dei docenti, a partire dal riconoscimento del tempo necessario, per non citare il supporto nello svolgimento delle pratiche amministrative e burocratiche, né della qualità delle strutture. Basti ricordare la cronica carenza di spazi e strumenti adeguati al lavoro negli istituti oppure i diffusi problemi di rumore e di aerazione delle aule”.

‘Una situazione inaccettabile’

Durante il suo discorso D’Ettorre ha comunque ricordato come “durante il 2023 l’Ocst-Docenti ha profuso grande impegno nella ricerca di un accordo con il governo prima e con il Gran Consiglio poi per difendere il livello delle pensioni di anzianità, sostenendo e organizzando manifestazioni in piazza come quella imponente del 22 novembre scorso e quelle del settembre e del dicembre 2022, nonché partecipando attivamente alle numerose sedute di negoziazione e approfondendo il tema con figure indipendenti e con gli altri sindacati, come avvenuto con l’assemblea intersindacale dell’11 dicembre”.

Tant’è che “la questione delle pensioni resta in sospeso”, afferma D’Ettorre, proseguendo: “A ciò si aggiunge il Preventivo 2024, che prevede un mancato adeguamento al carovita e un prelievo, quale ‘contributo di solidarietà’, di un ulteriore 2 per cento dai salari superiori ai 60mila franchi al 100 per cento, i cui effetti complessivi sugli stipendi, uniti alle maggiori trattenute per finanziare gli averi di vecchiaia, ammontano a un calo di circa il 4 per cento del salario previsto, portando a una situazione inaccettabile”.

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