Ticino

Il Comitato cantonale del Ps punta tutto sulla mobilitazione

Preventivo 2024 e riforma fiscale, i socialisti non ci stanno e annunciano una manifestazione per il 20 gennaio. Riget: ‘Mantenere alta la pressione’

In sintesi:
  • Riget: «Considerati i rapporti di forza emersi dalle urne, in questa legislatura sarà ancora più importante mobilitarsi e fare opposizione dentro, ma soprattutto fuori dalle istituzioni»
  • Sirica: «Chi sta pagando il prezzo di questi regali fiscali è un ceto medio sempre più in difficoltà»
‘Dobbiamo prepararci ai referendum’
(Ti-Press)
29 novembre 2023
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«Tagliare sul sociale mentre si fanno sgravi per i più ricchi. Noi non ci stiamo e siamo pronti anche al referendum». Svela un segreto di Pulcinella e non le manda a dire la co-presidente del Partito socialista Laura Riget che rilancia il refrain delle ultime settimane. E continua: «Considerati i rapporti di forza emersi dalle urne, in questa legislatura sarà infatti ancora più importante mobilitarsi e fare opposizione dentro, ma soprattutto fuori dalle istituzioni. Dobbiamo mantenere alta la pressione». Una posizione condivisa dal Comitato cantonale socialista, riunitosi questa sera a Bellinzona per l’ultimo ritrovo dell’anno, che ha avallato il lancio del referendum contro la riforma fiscale.

‘Guardare al domani’

Conclusasi la prima parte della tornata elettorale con le cantonali prima e le federali poi, le comunali sono dietro l’angolo. Non è volto a fare un bilancio sul passato il discorso di Riget, ma vuole al contrario portare a riflettere sul futuro del partito. «I risultati ottenuti sia alle cantonali sia alle federali – ammette – sono stati al di sotto delle aspettative. Sicuramente alcuni macro trend generali sono stati complici di questo risultato, come il rafforzamento della destra e la sfiducia verso i partiti storici, ma non è solo questo. Purtroppo non siamo riusciti a trasmettere l’importanza delle nostre battaglie». Non solo. «È proprio al domani – continua Riget – che vogliamo guardare, alle importantissime battaglie politiche dei prossimi mesi. In primis con l’opposizione al preventivo 2024 e ai suoi 132 milioni di tagli ai sussidi di cassa malati, ai dipendenti pubblici, al settore socio-sanitario, così come all’ingiusta riforma fiscale che vuole diminuire le imposte per quelle persone che guadagnano almeno 30mila franchi al mese».

La manifestazione dello scorso 22 novembre, che ha visto la partecipazione di circa 5mila persone per le strade di Bellinzona, è stata per Riget «un segnale importante, ma non ancora sufficiente». Mantenere alta la pressione dicevamo. E infatti. È di oggi la convocazione da parte del comitato ‘Stop ai tagli’ di una nuova manifestazione per sabato 20 gennaio dalle 14 a Bellinzona in vista del voto del Gran Consiglio sul preventivo 2024, che dovrebbe tenersi il lunedì successivo. Composto da sindacati e partiti di sinistra, il comitato invita a manifestare contro i tagli ai sussidi di cassa malati, al personale pubblico e al settore sociosanitario. “Il preventivo 2024 – spiega il comitato in una nota diffusa oggi – propone infatti un’inaccettabile manovra di risparmi per 130 milioni di franchi, tagli che diminuiscono le riduzioni per i premi di cassa malati, riducono il salario reale dei dipendenti pubblici e compromettono la qualità delle prestazioni alla cittadinanza delegate agli enti sussidiati”. «Sarà fondamentale – commenta Riget – che quel sabato saremo tantissimi in piazza».

‘I nodi sono al pettine’

Il motivo lo spiega il co-presidente del Ps Fabrizio Sirica: «Oggi i nodi sono al pettine. È del tutto evidente che le politiche degli scorsi anni sono state completamente fallimentari. Chi sta pagando il prezzo di questi regali fiscali è un ceto medio sempre più in difficoltà». Non solo. «Dobbiamo invertire questa narrazione – prosegue Sirica – mettendo al centro la concretezza. Le spese aumentano perché c’è un bisogno da parte della popolazione. L’assurda logica secondo cui per esempio i dipendenti pubblici sono privilegiati non tiene più. Che cosa possiamo fare per invertire questa logica? La risposta è chiara, noi dal profilo istituzionale ci opporremo con tutti i mezzi ai tagli, ma ciò che è veramente fondamentale è la mobilitazione. Se il 20 di gennaio saremo migliaia e migliaia di persone in piazza, la nostra voce non potrà non essere ascoltata».

Per Sirica, «c’è una distanza abissale tra le priorità discusse nella sala dove si ritrova la Commissione della gestione e la piazza dove hanno manifestato queste 5mila persone settimana scorsa. Una distanza assurda tra chi ha in testa soltanto il non far fuggire i ricchi e le persone che invece si trovano a fuggire dal Cantone perché, a causa dei salari e del budget familiare, non riescono ad avere una prospettiva. Mentre da anni la preoccupazione della maggioranza è quella di fare sgravi fiscali alle persone più benestanti per non farle fuggire, nonostante i dati mostrino che questo fenomeno non esista, siamo di fronte a una problematica enorme nel paese reale. Qui stiamo parlando della morte del Canton Ticino. Senza giovani, senza operatori sociali, senza ceto medio, come faremo a rispondere ai bisogni della cittadinanza? I tagli di oggi e di domani sono figli di chiare scelte politiche degli scorsi anni».

Sono dunque tre le rivendicazioni del co-presidente del Ps. «Innanzitutto bisogna togliere tutti i tagli previsti nel sociale, perché sono miopi e sbagliati. Il sociale è un investimento prima ancora che una spesa. In secondo luogo, e questo lo sosteniamo già in sede di preventivo, i tagli ai sussidi di cassa malati devono essere tolti. Non da ultimo, non concedere il rincaro ai dipendenti pubblici e parapubblici è sbagliatissimo. È un messaggio deleterio anche per l’economia privata, perché se non lo fa lo Stato perché dovrebbero farlo i privati?».

Il pallottoliere di Durisch

La parte tecnica della serata è stata lasciata al capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch. Durisch che ha voluto illustrare brevemente come quanto successo negli ultimi anni abbia portato alla situazione odierna impugnando un pallottoliere. Partendo dal 2017, per Durisch, le mancate entrate dello Stato si attestano sui 200 milioni. Una cifra non irrisoria, «per la quale oggi siamo chiamati a fare degli interventi dolorosi sulle persone più fragili. Tutti ora si dicono indignati da questi tagli, ma alla fine dei conti voteranno comunque per un preventivo molto doloroso. Quello che dobbiamo fare ora è prepararci ai referendum».

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