laR+ Violenza di genere

Voci di chi è riuscita a liberarsi dal silenzio

Sette video animati mettono in scena le testimonianze di donne vittime di violenza domestica. Un progetto del Dss per sensibilizzare e formare

In sintesi:
  • I filmati saranno proiettati in anteprima giovedì 16 novembre al Cinema Forum di Bellinzona alle 18
  • Il Servizio per l’aiuto alle vittime di reato si occupa, in media, di oltre 550 casi all’anno, di cui l’80% riguarda persone di sesso femminile
(Keystone)
13 novembre 2023
|

Sono giovani, anziane, svizzere, straniere. Sono madri, casalinghe, imprenditrici, femministe. Sono una pluralità di esistenze, unite da un tratto comune di cui avrebbero fatto volentieri a meno: quello di una cicatrice, segno di un vissuto di violenza domestica. Ma anche da una scelta che da quelle situazioni le ha svincolate: hanno deciso di parlarne. Le loro storie si trovano in ‘Liberati dal silenzio!’, un progetto di sette video animati, realizzati da artisti e artiste svizzeri sulla base di testimonianze autentiche di altrettante donne vittime di un tipo di violazione dei diritti umani che è “tra i più diffusi, persistenti e devastanti e spesso non viene denunciato a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che lo caratterizzano”, si legge in una nota del Dipartimento sanità e socialità (Dss).

I video saranno proiettati in anteprima giovedì 16 novembre al Cinema Forum di Bellinzona alle 18 e a presentare l’iniziativa ci sarà anche la sua ideatrice, Cristiana Finzi, delegata del Servizio per l’aiuto alle vittime di reati (Lav) del Dss. «Si tratta di un progetto dal duplice obiettivo – ci spiega Finzi –. Da un lato quello di sensibilizzare il grande pubblico incoraggiando le persone a liberarsi dal silenzio e a parlare della violenza. Dall’altro quello formativo in quanto l’idea è che i video siano messi a disposizione di enti, associazioni e professionisti che si occupano della violenza di genere come ad esempio le associazioni che aiutano le vittime, le case delle donne, i consultori o la polizia». Insomma, uno strumento per comprendere meglio e sensibilizzarsi alla complessità del fenomeno. «Ogni cortometraggio è accompagnato da una scheda didattica in cui la narrazione della storia viene vivisezionata in modo da identificare i vari tipi di violenza, che sia psicologica, fisica, sessuale, economica o sociale», illustra Finzi. Senza la pretesa di essere esaustivi, i video, molto toccanti, rappresentano un ampio spaccato di questa triste realtà tanto diffusa quanto spesso invisibile, e forniscono anche un messaggio di speranza sulla possibilità di riscattarsi dalla violenza.

‘Liberati dal silenzio!’ è stato sviluppato sulla base di un progetto pilota dal titolo ‘Brisons le silence’, realizzato per la Svizzera romanda dall’Istituto di ricerca e formazione ‘Décadrée’. Come si legge sul suo sito, è stato predisposto un programma di sensibilizzazione per l’intero team di produzione e regia e le storie sono state raccolte da una giornalista specializzata nel trattare testimonianze traumatiche. Considerato l’impatto molto positivo del progetto originale, «come Servizio Lav abbiamo chiesto il sostegno finanziario dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (Ufu) e la collaborazione della Rsi per realizzarne un adattamento in italiano da promuovere in Ticino», rileva Finzi.

Il Servizio per aiutare le vittime di reati

Il Servizio per l’aiuto alle vittime di reato si occupa, in media, «di oltre 550 casi all’anno, di cui l’80% riguarda persone di sesso femminile, mentre la violenza domestica rappresenta oltre il 40% di queste situazioni – osserva la delegata –. Siamo un Servizio garante della confidenzialità – le operatrici che vi lavorano hanno l’obbligo del segreto – e la cui missione viene definita da una legge federale». Le sue mansioni principali sono la consulenza, l’accompagnamento in tutte le fasi del procedimento penale e gli aspetti risarcitori finanziari: «Garantiamo uno spazio di ascolto alle vittime e le accompagniamo, se lo desiderano, nel percorso penale e di protezione. Possiamo garantire delle prestazioni come la consulenza legale per permettere loro di meglio capire i propri diritti in determinate situazioni, come nel caso della presenza di figli, di un matrimonio contratto da poco, di un permesso di soggiorno. Spieghiamo anche quali possono essere le implicazioni di una denuncia. Più si è informati sui propri diritti e doveri, più ci si può determinare». Alla persona vittima può essere garantito un sostegno per far fronte alle conseguenze immediate del reato, indipendentemente dalla situazione finanziaria: «Ad esempio, se necessario, paghiamo un sostegno psicologico subito dopo un’aggressione per alleviare l’impatto traumatico, così come una prima assistenza medica, i primi 35 giorni di permanenza presso una casa protetta o l’intervento da parte di un interprete».

Un fenomeno strutturale nella società

Come accennato, quello della violenza di genere è un fenomeno ancora in gran parte sommerso. «Nel mondo una donna su tre nella sua vita ha subito una violenza – rimarca la nostra interlocutrice – e come mostrano i cortometraggi non si tratta di una questione relegata a certe problematiche di comportamento maschile individuale, ma la violenza si impernia su un rapporto di dominio e prevaricazione: le donne subiscono violenza in quanto donne. È dunque un fenomeno strutturale all’interno della società, che va contrastato con misure altrettanto strutturali». In tal senso, ricorda Finzi, nel 2021 il Ticino si è dotato di un Piano di azione cantonale con misure articolate in quattro assi strategici: prevenzione, protezione, perseguimento penale e politiche coordinate. «Il progetto ‘Liberati dal silenzio!’ rientra in quello della prevenzione. Non è con questo che sradicheremo la violenza maschile contro le donne – commenta Finzi –, ma crediamo nel valore del suo contributo».

All’anteprima di giovedì saranno presenti anche il direttore del Dss e presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa, la collaboratrice scientifica nell’ambito della violenza domestica del Servizio Lav Kim Savoy e Alessandro Marcionni, responsabile Doc&Fiction della Rsi. Il Servizio Lav è raggiungibile al numero 0800 866 866 in orari d’ufficio e all’indirizzo e-mail dss-lav@ti.ch.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE