Ticino

Lega: ‘È chiaro che la parabola degli ultimi anni è discendente’

Pomeriggio difficile e con poca voglia di parlare in via Monte Boglia: il movimento ha confermato Lorenzo Quadri, mancando l'obiettivo del raddoppio

Lorenzo Quadri ha confermato il suo seggio
(Ti-Press/Francesca Agosta)
22 ottobre 2023
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Presenze alla spicciolata, volti scuri e poca voglia di commentare. Quello di via Monte Boglia, al quartier generale della Lega dei Ticinesi, è stato un pomeriggio difficile. Quanto si poteva immaginare alla vigilia della domenica elettorale ha trovato conferma con il passare delle ore. Al nostro arrivo, intorno alle 14, abbiamo trovato una decina di persone. Solo qualche ora dopo il numero è aumentato (ma non di molto). Prima qualche consigliere comunale, poi alcuni granconsiglieri. Con l'arrivo dei risultati si azzardano ipotesi sul chi verrà eletto e chi no. Tra i presenti si scambiano chiacchiere sui temi più variati, dall'aumento dei premi delle casse malati al fantacalcio. La domanda più frequente ascoltata è se ci sono già i risultati di questo o quel Comune. Poco prima delle 19 è arrivata, anche se ormai chiara da alcune ore, la conferma ufficiale: l'area di destra ha sì conquistato due seggi, ma la Lega ha mancato il raddoppio. Di lì a poco al ritrovo rimangono una manciata di persone: da festeggiare, del resto, non c’è molto e i volti scuri di inizio e metà pomeriggio diventano sempre più cupi. Gli iniziali «aspettiamo, mancano ancora tanti comuni», come ci hanno detto i granconsiglieri Andrea Censi e Andrea Sanvido a inizio pomeriggio, lasciano spazio alla consapevolezza della sconfitta e del calo delle percentuali. Il secondo nel giro di pochi mesi in due diversi appuntamenti con le urne.

‘Facciamo i conti con il risultato’

Il confermato Lorenzo Quadri è l'ultimo a raggiungere via Monte Boglia. «Il bilancio non può essere positivo – commenta –. I segni meno non fanno piacere a nessuno. Dopo il risultato delle cantonali non ci si poteva aspettare di fare faville, soprattutto alle federali dove la Lega non ha mai particolarmente brillato. Le speranze erano altre, ma bisogna fare i conti con il risultato». La percentuale di consensi è in diminuzione: questa Lega può essere rianimata o è ormai arrivata alla canna del gas? «Mi sembra eccessivo – risponde Quadri –. Purtroppo è chiaro che la parabola degli ultimi anni è discendente. Allo stato attuale è difficile dire se siano stati commessi errori: forse può essere un'evoluzione della società. In passato i voti di protesta andavano alla Lega, mentre adesso si perdono in una miriade di piccoli partiti e schede senza intestazione».

‘Dobbiamo fare autocritica in casa’

«Dobbiamo avere l'accortezza di fare autocritica in casa e capire dove vogliamo andare». Il granconsigliere, e portavoce della Lega, Daniele Caverzasio non usa giri di parole. «È chiaro che c’è stato uno spostamento, che ha portato al sorpasso, dell'elettorato di destra tra i due partiti – è stato il commento a caldo –. Sappiamo che questa è un'elezione che la Lega soffre sempre, però è indubbio che dovremo fare delle riflessioni al nostro interno per capire cosa vuole l'elettorato visto che anche nelle nostre roccaforti c’è stata una debacle, ed esprimerci con più chiarezza su determinati temi». Cosa succederà quindi, chiediamo, nei prossimi giorni nella Lega? «Non penso ci saranno stravolgimenti – aggiunge Caverzasio –. Bisognerà parlare anche perché le elezioni comunali sono dietro l'angolo. Ci siamo resi conto che le dinamiche sono totalmente diverse: pochi mesi fa per il Consiglio di Stato è successo l'opposto, mentre per il Gran Consiglio sta accadendo quello che è capitato oggi. Questa è la conferma che se fino a qualche anni fa eravamo noi il partito di maggioranza nella destra, oggi questa maggioranza è un po‘ più variabile e messa in discussione». Il Consigliere di Stato Norman Gobbi non nasconde la sua delusione. «Volevamo crescere come Lega e Udc, ma non posso dirmi soddisfatto per il risultato della nostra lista principale e delle sottoliste perché l'obiettivo era quello di recuperare il secondo seggio perso quattro anni fa per poche schede». Per Gobbi è al momento «difficile» dire se ci siano stati errori. «Il trend delle cantonali, e in particolare il risultato del Gran Consiglio, ci dava già un segnale di perdita. Il risultato odierno deve spronarci a non mollare e soprattutto a ripensare, anche dal punto di vista della conduzione interna, come tematizzare e avvicinare l'elettorato leghista». Claudio Zali, così come il capogruppo in gran consiglio Boris Bignasca, non ha invece voluto rilasciare dichiarazioni.

‘L'alleanza non è in discussione’

La delusione in via Monte Boglia è stata tanta. Tra i vari commenti a caldo che abbiamo avuto modo di ascoltare tra i presenti c’è anche chi ha sostenuto che sia stata la Lega a consegnare la vittoria all'Udc. L'alleanza verrà ripensata? «Anche le prossime comunali fanno parte dell'accordo tra Lega e Udc – risponde Norman Gobbi –. L'obiettivo è mantenerla perché sappiamo che divisi si può ottenere qualcosa di diverso, ma uniti non si può che crescere». Sulla stessa lunghezza d'onda Caverzasio. «I patti sono chiari: eravamo convinti di sostenere Marco Chiesa agli Stati e continueremo a farlo. I patti presi vanno rispettati, altrimenti non ci si fida più e tra alleati bisogna farlo. Senza un candidato leghista è stato come andare in battaglia senza un capitano: lo paghiamo, ma deve servirci come discussione generale interna sulla nostra organizzazione».

‘Perso l'ennesimo rappresentante’

I risultati delle urne hanno restituito un'altra verità: dopo Roberta Pantani (non riconfermata quattro anni fa) e Marco Romano (che non ha sollecitato un altro mandato) il Mendrisiotto non ha più un suo esponente a Berna. «Il Distretto ha perso l'ennesimo rappresentante – conclude Caverzasio esprimendosi come municipale di Mendrisio –. Restano granconsiglieri che cercano di portare la propria voce, che però si ferma a Bellinzona quando i temi del Mendrisiotto sono spesso federali». Pensiero analogo per Stefano Tonini, futuro municipale di Chiasso. «Più che guardare le percentuali dei vari partiti, quello che oggi mi spaventa è che il Mendrisiotto, territorio che vive diversi problemi come quello dei richiedenti asilo, non ha più una persona che possa portare queste tematiche a Berna, ovvero dove la politica si fa».

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