Ticino

Pamela Pedretti lascia il Ministero pubblico

La pp ha dimissionato. Dall'omicidio in via Odescalchi e della maestra di Stabio alle morti in casa anziani. Il pg: ‘Perdiamo una valida magistrata’

La pp Pamela Pedretti
(Ti-Press)
20 ottobre 2023
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La procuratrice pubblica Pamela Pedretti ha rassegnato le dimissioni. Una perdita non indifferente per l’autorità penale inquirente ticinese. Lascerà il Ministero pubblico alla fine del prossimo aprile, essendo di sei mesi il periodo di disdetta per i magistrati. Le dimissioni le ha comunicate ieri al Gran Consiglio, cui compete la nomina dei procuratori e dei giudici. Dimissioni da ricondurre a motivi privati.

Classe 1984, Pedretti, di area Plr, è stata eletta pp dal parlamento nel 2014, dopo essere stata segretaria giudiziaria per tre anni dell’allora procuratore Nicola Respini. È attiva nella sezione dei magistrati inquirenti che si occupa del perseguimento dei reati cosiddetti di polizia, ossia di tutti quegli illeciti che non sono di natura finanziaria. Sono diverse le inchieste delle quali si è occupata in questi dieci anni. Tra cui l'inchiesta sull’omicidio di via Odescalchi a Chiasso, quella sull'assassinio della maestra della scuola elementare di Stabio (era il 2016) e quella sui decessi nella casa per anziani di Sementina durante la pandemia da Covid. Solo per citarne alcune.

«Perdiamo una valida procuratrice», dice, raggiunto dalla ‘Regione’, il procuratore generale Andrea Pagani. «Purtroppo – continua il pg – siamo confrontati da molto tempo con un veloce turnover, un grosso problema che accomuna un po’ tutti i Ministeri pubblici della Svizzera e che si registra in particolare in quello ticinese, dove il numero di incarti, per rapporto a quello dei magistrati, è piuttosto elevato. Mi auguro che il parlamento, attraverso la sua commissione ‘Giustizia e diritti’, designi in tempi ragionevolmente brevi il o la subentrante della collega».

La partenza di un magistrato significa anzitutto trapasso di dossier con conseguente e inevitabile rallentamento dei relativi procedimenti da parte di chi ne assume la titolarità. Adesso tocca al Gran Consiglio, e in primis alla commissione ‘Giustizia’, muovere i prossimi passi. Concorso, esame delle candidature, nomina. I tempi? Come sempre, dipenderanno soprattutto dai partiti.

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