Ticino

‘Il progetto di un collare contro il lupo va sviluppato’

Lo scrivono i deputati del Centro Giovanni Berardi e Alessandro Corti, che invitano il Consiglio di Stato a farsi promotore dell'iniziativa

Una strada da percorrere
(Ti-Press)
27 luglio 2023
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Contro le predazioni di bestiame da parte del lupo, il Consiglio di Stato si impegni "ad avviare immediatamente, già nel corso dell'estate e in previsione dei periodi di vago pascolo autunnale, un progetto sperimentale basato sul collare a feromoni che coinvolga il numero più alto possibile di aziende, ovvero sia chi già oggi fra gli allevatori ha dotato il proprio bestiame di questo collare sia ulteriori interessati". La richiesta al governo arriva dai deputati del Centro Giovanni Berardi e Alessandro Corti, che partono dalla recente iniziativa di due enti specialisti ticinesi in etologia e chimica che "hanno messo a punto un sistema in grado probabilmente di ridurre sensibilmente la possibilità di predazioni alle greggi da parte del lupo. Il sistema – spiegano Berardi e Corti – è semplicissimo e geniale; si basa su collari applicabili al bestiame, dotati di dispensatore di feromoni che indicherebbero al lupo di trovarsi in un territorio che non gli appartiene".

Nel frattempo, nonostante il numero di lupi sia in aumento, le predazioni sono calate rispetto allo scorso anno. Il dibattito politico sul tema resta però acceso. Lo scrive la ‘Nzz’, che cita le cifre del Canton Vallese: nel 2022 in questo periodo si erano registrate 415 uccisioni di animali da reddito. Quest'anno il loro numero si ferma a 164. Di queste, 70 rientrano nella categoria “non proteggibili” e 74 in quella “non protette”. Situazione analoga per quanti riguarda il branco del Beverin. Da inizio anno gli animali da reddito predati sono stati 37. Dodici mesi fa erano già 127. Una diminuzione importante. Tra i motivi citati dal quotidiano zurighese ci sono le calde temperature degli ultimi mesi, che hanno spinto i lupi a restare nelle zone più alte delle montagne, lontano quindi dalle greggi. A questo si aggiungo le ulteriori misure di protezione del bestiame, rese possibili anche grazie a un credito di quattro milioni di franchi messo a disposizione dalla Confederazione. Inoltre, l'uccisione di diversi esemplari giovani, tra i più problematici, avrebbe contribuito a ridurre il numero di capi uccisi.

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