Ticino

Analisi della spesa pubblica, il governo propone sei scenari

Il Consiglio di Stato scrive alla Gestione. Sul tavolo diverse ipotesi: da una nuova ‘Amministrazione 2000’ all'utilizzo dell'intelligenza artificiale

In sintesi:
  • L'esecutivo: ‘Verifiche che si inseriscono in una visione a medio periodo e non per ridurre la spesa sul corto’
  • Prevista anche la possibilità di combinare due o più ipotesi
(Ti-Press)
11 luglio 2023
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Quattordici pagine nelle quali indica sei possibili scenari di analisi della spesa pubblica del Cantone. È il documento cui il Consiglio di Stato dà seguito a uno degli articoli del Decreto legislativo concernente il Preventivo 2023, approvato lo scorso dicembre dal parlamento. Un articolo che chiede(va) al governo di presentare alla commissione della Gestione “una proposta di progetto di analisi della spesa pubblica” – da affidare a “uno o più enti esterni e indipendenti” – che sfoci “in un rapporto pubblico che abbia per oggetto politiche pubbliche, specifici processi amministrativi e unità amministrative con l’obiettivo di migliorare efficacia ed efficienza dei costi di gestione, di individuare eventuali sovrapposizioni nell’adempimento di compiti pubblici e di ottenere riduzioni della spesa sul medio periodo”. Forma un tantino contorta, ma quanto rivendica il Gran Consiglio è chiaro: una verifica esterna della spesa. Quanto sollecitato dal Centro è stato così ancorato al Decreto. All’Esecutivo si chiede(va) inoltre “contenuto, tempi di realizzazione e costi dell’analisi”.

Il documento del Consiglio di Stato è datato 28 giugno ed era atteso dalla Gestione entro il 30, come da Decreto. La commissione lo ha tuttavia ricevuto solo oggi, sembra a causa di un disguido interno allo studio del Cancelliere… ma questa è un’altra storia. Tornando a quella in oggetto, il governo ritiene che vi siano ambiti della stessa per i quali “sia da preferire un’analisi interna politica più che un’analisi esterna”, con eventualmente un consulente esterno che potrebbe fungere “da organo di pilotaggio e di definizione di un metodo di analisi che consenta al politico di effettuare le riflessioni che si impongono”. Sempre stando all’Esecutivo, altri ambiti della spesa potrebbero invece essere oggetto di una valutazione esterna. Questi scenari sono appunto sei.

Come detto, sono sei i possibili percorsi di analisi della spesa cantonale che il governo indica alla Commissione della gestione. “A nostro giudizio – precisa il governo – è anche ipotizzabile la combinazione di due o più degli scenari indicati”. Ognuna di queste ipotesi prevede un tempo di realizzazione differente: da 19 mesi fino a 2 anni. I costi invece dipendono dall’estensione dell’analisi scelta, motivo per il quale in gran parte degli scenari non sono specificati.

Analisi qualitativa e quantitativa

La prima ipotesi di analisi parte da quanto contenuto nel rapporto Idheap – un confronto intercantonale sulla spesa, che evidenzia come quella ticinese sia superiore alla media nazionale in diversi ambiti – e propone uno studio qualitativo e quantitativo della spesa per un determinato numero di ambiti funzionali. In altre parole: partendo da Idehap verrebbero selezionati un certo numero di ambiti funzionali con costi sensibilmente superiori alla media. A questi gli organismi politici dovranno poi valutare quali interventi possono essere attuati per mantenere le uscite. In questo ambito, scrive il Consiglio di Stato, il consulente esterno potrebbe anche assumere un ruolo di pilotaggio delle valutazioni politiche. “Mettere in relazione la spesa del Cantone con quella degli altri Cantoni e individuare gli elementi che determinano le differenze dipende in modo importante dalle statistiche a disposizione – sottolinea il governo –. L’assenza di informazioni confrontabili potrebbe ridurre la portata dell’analisi”.

Una nuova ‘Amministrazione 2000’

Un altro scenario, quello che prevede le tempistiche più lunghe e per il quale si ipotizza una spesa di oltre 25 milioni, ipotizza l’avvio di un progetto di analisi globale per quanto concerne l’organizzazione e il funzionamento dell’Amministrazione. Si tratterebbe di ripetere a circa 25 anni di distanza un progetto simile ad ‘Amministrazione 2000’. L’obiettivo sarebbe di individuare processi, eventuali sovrapposizioni dell’organizzazione e migliorare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni. “L’esperienza di ‘Amministrazione 2000’ – spiega però l’Esecutivo – ha evidenziato anche le criticità di un progetto globale di questo genere. Molto si è concentrato sull’implementazione di nuovi strumenti. Meno sui miglioramenti dei processi interni a ogni servizio”.

Ragionare per Unità amministrative

Il terzo approccio propone di selezionare alcune unità amministrative “di medie-ampie dimensioni per Dipartimento” e “sottoporle a una valutazione dei processi e delle risorse impiegate da parte di un consulente esterno, tenendo anche conto dell’evoluzione in corso con la digitalizzazione”. L’obiettivo è migliorare il rapporto tra risorse impiegate e risultati ottenuti. Un tipo di analisi che potrebbe anche essere orientato all’adozione di unità amministrative autonome per determinati servizi. Con questo metodo, sottolinea il governo, verrebbero interessati solo alcuni ambiti dell’amministrazione cantonale. “Un approccio troppo standardizzato – si segnala tra le criticità – potrebbe non tenere conto delle specificità di ogni unità amministrativa”.

Contratti di prestazione meno rigidi

Una parte consistente dei contributi erogati dal Cantone a enti vari avviene tramite mandati e contratti di prestazione. Partendo da questa considerazione una proposta di analisi formulata è di verificare le modalità di allestimento dei contratti di prestazione. Lo scopo sarebbe quello ridurre gli elementi di rigidità previsti attualmente nei contratti, aumentare l’autonomia degli enti beneficiari dei contributi riducendo i vincoli ai quali sono sottoposti i contratti. E ridare al vincolo finanziario un valore nella determinazione delle priorità associate agli ambiti gestiti con mandati e contratti a prestazioni. Detto altrimenti: meno controlli e più attenzione ai costi. Un’aspetto controverso rimarcato anche dal Consiglio di Stato: “Si rischierebbe una riduzione del controllo sulla funzione di produzione da parte del Cantone”.

Un nuovo modello di gestione, come quello della Confederazione

Il documento inoltrato alla ‘Gestione’ prende anche in considerazione un nuovo modello di gestione. Una strada scelta anche dalla Confederazione, che dal 2017 ha introdotto un nuovo modello di gestione con l'obiettivo di migliorare la gestione e l’esecuzione delle finanze pubbliche tramite diverse misure: il rafforzamento della pianificazione a medio termine e l’interazione di compiti a tutti i livelli (Parlamento, Consiglio federale e Amministrazione); lo sviluppo di un’Amministrazione orientata a obiettivi e risultati, con maggiore responsabilità delle unità amministrative; migliorare l’economicità e l’efficienza. Per la concretizzazione a livello cantonale di questo progetto – una strada intrapresa per esempio da Basilea Città – il Parlamento federale ha stanziato un credito di 8 milioni per la concessione di un mandato esterno. Il costo complessivo, segnala il governo, è quantificato a 31 milioni di franchi. “La criticità di questo percorso consiste nel fatto che richiederebbe all’Amministrazione cantonale un cambiamento culturale, non realizzabile a corto termine”.

Sfruttare l'intelligenza artificiale

Infine, si ipotizza di esaminare i possibili apporti dell’intelligenza artificiale. “Di fronte a una moltitudine di dati e informazioni contenuti in preventivi e consuntivi – afferma l'Esecutivo – questa disciplina può offrire nuove opportunità di analisi anche nel campo delle finanze pubbliche, sia in fase di allestimento del preventivo sia in fase di implementazione o nelle scelte da effettuare in determinate politiche pubbliche”. Gli esempi citati sono l’identificazione dei margini di manovra in fase di allestimento del preventivo e l’analisi del consumo dei crediti durante l’anno. Uno scenario che, tuttavia, presenta ancora delle incertezze sulla sua reale fattibilità.

In questo contesto si inserisce una mozione depositata la settimana scorsa da Bixio Caprara e Alessandro Speziali a nome del gruppo del Plr in Gran Consiglio. Al governo i mozionanti chiedono di varare un messaggio “per l’avvio di una riforma dell’Amministrazione cantonale che permetta di applicare i principi cardini di una gestione efficace ed efficiente” della stessa Amministrazione. Tenendo conto – annotano Caprara, che è anche membro della Gestione, e Speziali – di alcuni criteri. Ovvero: “la definizione di obiettivi strategici espliciti del Consiglio di Stato da declinare nei singoli Dipartimenti; la definizione di obiettivi operativi qualitativi, quantitativi e finanziari nelle singole unità organizzative; una coerente declinazione di questi obiettivi a cascata sul/la singolo/a collaboratore/trice a livello individuale su cui poter basare la valutazione del personale secondo l’articolo 21 della Lord (la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, ndr) e permettendo ai funzionari dirigenti l’assunzione delle rispettive responsabilità come indicato all’articolo 24” della citata legge; “la definizione di indicatori quantitativi, qualitativi e finanziari che permettano di valutare il funzionamento del servizio; la riflessione su modalità gestionali che incrementino lo spirito imprenditoriale; l’innovazione e la dinamica virtuosa all’interno dell’Amministrazione grazie a una maggior delega di responsabilità e autonomia per un maggior orientamento ai risultati (modello Unità amministrativa autonoma) o altro; la valutazione delle modifiche della Lord decise nel 2012 formulando eventuali ulteriori migliorie laddove si reputassero necessarie per raggiungere lo scopo prefisso”.

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