Ticino

Un cesto di castagne per la Direzione Ffs

Oggi a Bellinzona l’azione sindacale del personale dei trasporti

(Ti-Press)
2 novembre 2022
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Una scatola di ricci di castagne (che dovrebbe rappresentare la versione ‘nostrana’ del cactus) è stata spedita questa mattina alla Direzione Ffs dai ferrovieri e dalle ferroviere ticinesi. La spedizione è stata anticipata questa mattina da un’azione sindacale del Sev davanti al piazzale della stazione Ffs di Bellinzona con il personale in rappresentanza delle diverse categorie professionali aziendali. Il messaggio simbolico rappresenta il malcontento dei collaboratori e delle collaboratrici verso le intenzioni delle Ffs di voler sopprimere l’invalidità professionale come ennesima misura di risparmio e verso l’uso indiscriminato di lavoratori temporanei nel settore della pulizia delle carrozze.

Il personale ticinese delle Ffs però non ci sta. "L’ennesima misura di risparmio dell’azienda volta a sopprimere l’invalidità professionale a decorrere dal 2023, non piace per nulla. Proprio per le categorie professionali di monopolio – ma non solo – l’attuale prestazione garantisce una certa sicurezza sociale. Toglierla sarebbe uno sgarbo nei confronti del personale", si legge nel comunicato diffuso oggi dal Sev, che continua: "L’invalidità professionale si applica quando un/una dipendente non è più in grado, per motivi di salute, di svolgere l’attività corrente o un’altra attività che ci si può ragionevolmente aspettare da lui/lei e non ha diritto a una rendita completa dall’AI. Se non è possibile essere impiegato, l’invalidità professionale diventa un’opzione a partire dall’età di 50 anni e 10 anni di contributi alla Cassa pensioni".

Questa misura è stata pensata per le persone che svolgono una professione in regime di monopolio e il cui reinserimento nel mondo professionale è complicato se non impossibile. Abolendo l’invalidità professionale, le Ffs mettono in una posizione precaria persone che non hanno quasi nessuna possibilità di trovare un lavoro.

Ma a essere particolarmente infuriati sono anche i dipendenti che lavorano nell’ambito dei servizi di pulizia, sia nelle stazioni, sia sui treni. Già nel 2021 il Sev aveva condannato duramente la parziale esternalizzazione della pulizia delle stazioni ferroviarie raccogliendo in poco tempo oltre 4’000 firme (di cui la maggior parte in Ticino).

"Grazie a questa opposizione, i piani delle Ffs furono in parte ridimensionati. Oggi invece constatiamo un desolante scenario per quanto riguarda la pulizia delle carrozze dei treni, dove l’uso smisurato di personale temporaneo è davvero imbarazzante e scandaloso", continua il comunicato.

In Ticino si contano 59 collaboratori attivi nel settore della pulizia delle carrozze e solo 20 di questi beneficiano di un contratto Ffs. Tutti gli altri e alcuni da più anni, sono attivi come personale interinale. Una precarizzazione del lavoro che "mal si addice" a un’ex regia federale e che oggi viene richiamata dai ferrovieri ticinesi a un celere cambiamento di rotta.

"Perché non può essere che ancora una volta si risparmi e si precarizzino le condizioni di lavoro proprio per i lavoratori più deboli e che, come in questo caso, svolgono lavori spesso umili ma utilissimi all’immagine dell’azienda", conclude il Sev.

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