Il Plr chiede di non chiudere le scuole ma di aiutare gli allievi in difficoltà
“Il buco formativo provocato dall'insegnamento a distanza della scorsa primavera è una realtà“, si legge nel comunicato del Plr ticinese che lancia un appello: “Non chiudiamo le scuole. Non possiamo permetterci che la qualità della formazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipenda dalla possibilità di essere aiutati dai propri familiari o da quella di accedere a offerte di supporto a pagamento”.
Il Plr chiede anche che “i servizi di sostegno didattico ai ragazzi siano rapidamente potenziati, con un'offerta d'appoggio concreto nelle singole materie e di un aiuto allo studio”. Questo per evitare che “il buco formativo d'inizio 2020 si estenda irreparabilmente, riducendo l'uguaglianza di opportunità che è il cuore della nostra scuola pubblica”.
Non si tratta soltanto di una questione formativa. “La vita sociale e comunitaria dei giovani è stata azzoppata, acuendo in molti casi problemi psicologici latenti e confinandoli fra mura domestiche che non sempre e non per tutti sono un porto sicuro”, ha ricordato il presidente del Plr ticinese Alessandro Speziali.