Ticino

‘Al Ministero pubblico vigilanza da rafforzare’

'Proporremo alcune misure del gruppo di lavoro Giustizia 2018 riguardanti il ruolo del pg'. Riforme, nomine...parla la direttrice della Divisione giustizia

Frida Andreotti (Ti-Press)
10 novembre 2020
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Per il momento il Dipartimento istituzioni osserva e attende. Inevitabilmente, visto che la procedura di nomina di procuratori pubblici e giudici è di competenza non del governo, ma del Gran Consiglio. Una procedura che in vista del rinnovo delle cariche al Ministero pubblico - il mandato decennale dei venti pp e del procuratore generale scade a fine anno - risulta travagliata, alla luce delle polemiche innescate dagli impietosi preavvisi negativi del Consiglio della magistratura alla rielezione di cinque procuratori e dagli annessi e connessi di quelle ’bocciature’. Alle prese col dossier è la commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’, chiamata per legge a formulare le proposte di nomina all’indirizzo del plenum del Gran Consiglio. «Aspettiamo anche noi di conoscere i prossimi passi della commissione, certo è che la scadenza dei mandati si avvicina», dice dal Dipartimento la responsabile della Divisione giustizia Frida Andreotti, interpellata dalla ’Regione’.

L’avvocato Renzo Galfetti propone di prorogare di un anno i mandati dei pp uscenti, in modo da attuare nel frattempo l’agognata riorganizzazione del Ministero pubblico.

Ciò che suggerisce Galfetti richiederebbe una modifica costituzionale e dunque il voto popolare. Come nel 2008, quando i cittadini approvarono, seguendo governo e Gran Consiglio, una norma transitoria della Costituzione cantonale che prorogava il periodo di nomina dei procuratori fino all’entrata in vigore della procedura penale unificata sul piano federale. In questo caso però i tempi sono strettissimi: fra allestimento del messaggio governativo, voto del parlamento e consultazione popolare sarebbe impossibile rispettare il termine del 31 dicembre, quando scadranno i mandati al Ministero pubblico. Se il Gran Consiglio non dovesse riuscire a eleggere venti procuratori e un pg, non ci sarebbero secondo me alternative: scatterebbe l’articolo 24 della Log, la Legge sull’organizzazione giudiziaria, che attribuisce al governo la facoltà di designare dei magistrati supplenti, nella fattispecie nella funzione di procuratori pubblici.

Resterebbe comunque aperto il discorso della riorganizzazione della Procura. Lei e Galfetti eravate nel gruppo di lavoro (coordinatore l’allora pg John Noseda) istituito nel marzo di cinque anni fa dal Consiglio di Stato, nell’ambito della riforma ’Giustizia 2018', con il compito di individuare delle misure per migliorare l’efficienza del Ministero pubblico. Il vostro rapporto è datato 28 settembre 2015. Tutto archiviato?

No. Come Divisione giustizia abbiamo infatti deciso di riprendere alcune proposte del gruppo di lavoro volte a rafforzare la vigilanza da parte del procuratore generale sull’attività dei magistrati del Ministero pubblico, inserendole in un più ampio messaggio governativo di revisione parziale della Legge sull’organizzazione giudiziaria previsto per i primi mesi del prossimo anno.

In concreto?

Proporremo la modifica dell’articolo 68 della Legge sull’organizzazione giudiziaria, quello che elenca le competenze del procuratore generale. Questo articolo oggi afferma che il pg “dirige il Ministero pubblico e vigila sull’attività dei procuratori generali sostituti, dei procuratori pubblici capo e dei procuratori pubblici”. Chiederemo al governo di aggiungere la frase secondo cui questa vigilanza deve avvenire “attraverso una verifica costante del loro operato (l’operato dei magistrati, ndr.), in generale e nei singoli casi”. Proporremo inoltre di inserire nel medesimo articolo un’ulteriore competenza del pg, quella di ammonire formalmente i magistrati in caso di inadempienze o ritardi, segnalandoli immediatamente al Consiglio della magistratura nei casi gravi o reiterati. La modifica dell’articolo 68 sarebbe solo un primo passo verso la riorganizzazione del Ministero pubblico, che anche il Dipartimento istituzioni reputa non più procrastinabile.

Il Consiglio di Stato propone al parlamento di attribuire al Ministero pubblico un procuratore ordinario in più, un’iniziativa del Plr chiede invece di assegnargli quattro sostituti procuratori. A che punto siamo?

Sul tema potenziamento il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e io saremo sentiti a breve dalla commissione ’Giustizia e diritti’. Al Consiglio di Stato non sono note la o le ragioni per cui la commissione, che pare aderire all’iniziativa parlamentare, intenda riattivare la figura del sostituto procuratore, quando il Gran Consiglio l’aveva a suo tempo abolita ritenendola non più opportuna con l’introduzione, avvenuta nel 2011, del Codice di procedura penale unificato a livello svizzero. Sarà un aspetto da chiarire, unitamente alle competenze dei sostituti pp, a fronte dell’ulteriore proposta governativa di estensione delle competenze decisionali dei segretari giudiziari. E questo aspetto andrà contestualizzato nella discussione più ampia sulla riorganizzazione del Ministero pubblico, che deve essere affrontata da parlamento, governo e vertici della Procura.

Torniamo all’articolo 24 della Log. Qualche anno fa il ricorso del governo al 24 per nominare una giudice supplente a tempo pieno per un certo periodo aveva sollevato contestazioni in Gran Consiglio.

Il parlamento è l'autorità di nomina dei magistrati. Al Consiglio di Stato compete la designazione dei magistrati supplenti, quindi per un periodo limitato nel tempo, in caso di vacanza di qualsiasi seggio giudiziario o di impedimento durevole. Se su un'autorità giudiziaria grava un eccessivo carico di lavoro la competenza di nominare un magistrato straordinario dovrebbe essere sempre, ritengo, del Gran Consiglio, purché, considerata l'urgenza del rinforzo, si fissi nella legge un termine entro cui deve procedere con la designazione. Avremo modo di discuterne con la commissione 'Giustizia e diritti'.

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