Ticino

'Un altro lockdown sarebbe insostenibile'

È quanto affermano i vertici dell'Associazione industrie ticinesi che ribadiscono forte preoccupazione in caso di un nuovo blocco dell'economia

Fabio Regazzi, presidente dell'Aiti (archivio Ti-Press)
15 ottobre 2020
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“Le imprese industriali del Cantone hanno finora mostrato senso di responsabilità nella tutela della salute dei collaboratori e sono confrontate a una situazione congiunturale difficile, che sta ulteriormente peggiorando”, si legge in una nota dell'Aiti, l'Associazione industrie ticinesi, a firma del presidente Fabio Regazzi e del direttore Stefano Modenini.
L’Aiti - si continua - ribadisce la sua forte preoccupazione in caso di un eventuale secondo lockdown. “Le conseguenze economiche e sociali per la popolazione sarebbero catastrofiche e porterebbero al fallimento di numerose imprese e a inevitabili ristrutturazioni con conseguente aumento considerevole della disoccupazione”.

Durante la prima fase della pandemia e anche nel periodo successivo, “le imprese hanno mostrato senso di responsabilità applicando coscienziosamente le misure di protezione della salute dei collaboratori e di distanziamento sociale. Questa situazione perdura tuttora e i controlli effettuati dagli ispettori del lavoro e dalla Suva dimostrano che le imprese industriali si comportano in modo corretto. L’aumento dei casi di contagio al quale stiamo assistendo in questi giorni avviene principalmente al di fuori delle aziende”.

Applicare le regole di igiene e dove possibile il televoro

Aiti continua comunque a ribadire l’invito alle aziende di applicare scrupolosamente tutte le regole emanate dall’autorità a protezione della salute dei collaboratori e il ricorso, laddove possibile, allo smart working per tutte quelle attività che lo consentono.

Fermare l’aumento del numero delle infezioni

Da giorni il numero delle infezioni in Svizzera è in aumento e la situazione deve essere affrontata con tutta la serietà necessaria. “Il numero delle ospedalizzazioni e delle persone realmente ammalate è per fortuna ancora molto contenuto, non tale da giustificare per il momento interventi drastici”, si precisa. “Per questa ragione le autorità, le aziende e la popolazione devono fare tutto il possibile per impedire un secondo lockdown, attraverso decisioni e atteggiamenti responsabili”. Da qui l'appello alle autorità, il primo lugo al Consiglio di Stato, “di prendere decisioni giustificate e proporzionate all’evolvere della situazione, evitando di alimentare situazioni di panico che possono facilmente svilupparsi”.

La situazione congiunturale del comparto industriale, inoltre, sta peggiorando. “Per un settore che esporta mediamente l’80% della produzione, l’evoluzione dei mercati a livello internazionale resta negativa. Gli ordinativi sono fortemente ridotti in diversi rami di attività e processi di ristrutturazione e licenziamenti ben difficilmente potranno essere evitati nei prossimi mesi”.

“Per cercare di evitare il fallimento di attività e aziende sane e forti prima della pandemia e di conseguenza la perdita di numerosi posti di lavoro a medio termine, è necessario l’impegno di tutti per impedire un secondo lockdown, che avrebbe conseguenze catastrofiche per la nostra economia e quindi per tutta la società”, si conclude.

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