Ticino

Contro i reati nel lavoro inquirenti ad hoc? 'Sì', 'No'

Una sezione di pp specializzati al Ministero pubblico, divisa la commissione parlamentare. Firmati i rapporti: la maggioranza non la ritiene necessaria

8 giugno 2020
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Per la maggioranza della commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’ - relatore Giorgio Galusero (Plr) - “non è necessario istituire nuove sezioni in seno al Ministero pubblico e alla Polizia cantonale” per combattere le infrazioni nel mondo del lavoro. La minoranza - relatore Fiorenzo Dadò (Ppd) - considera invece il passo necessario per contrastare “con maggiore competenza e incisività" gli illeciti nel settore. Due, dunque, i rapporti che approderanno prossimamente ai banchi del Gran Consiglio sulla mozione inoltrata nel 2017 con cui i deputati popolari democratici Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini sollecitano l’istituzione di “una sezione del lavoro” perlomeno in Procura, ovvero di un gruppo di magistrati specializzati nel perseguimento dei reati legati al lavoro. Le firme nella seduta di stamane. Che ha visto la maggioranza aderire al rapporto stilato da Galusero, il quale invita il plenum a respingere l’atto parlamentare. A sostegno del documento elaborato da Dadò, il Ppd e il Partito socialista, che propongono al Gran Consiglio di accogliere la proposta Fonio/Jelmini.

Infrazioni legale al lavoro: 35 procedimenti penali in 5 anni

Durante l’esame dell’atto parlamentare la commissione, si segnala in entrambi i rapporti, ha sentito fra gli altri i sindacalisti Enrico Borelli (Unia) e Paolo Locatelli (Ocst), favorevoli alla proposta. Nonché il procuratore generale Andrea Pagani. Nel corso dell’audizione, avvenuta lo scorso novembre, Pagani, si ricorda nel rapporto di maggioranza, ha attribuito “tutti i casi di usura ed estorsione che toccano il mondo del lavoro” alla sezione di procuratori pubblici che già si occupa dei procedimenti penali riguardanti i reati finanziari ed economici: “Questa nuova impostazione si sta rivelando positiva nell’istruzione dei casi e non si riscontrano più ritardi”. Secondo il responsabile del Ministero pubblico ticinese, annota ancora Galusero, “non esiste inoltre la massa critica per giustificare la creazione di una nuova sezione: infatti negli ultimi cinque anni sono stati istruiti complessivamente trentacinque procedimenti penali per infrazioni legate al campo del lavoro, da gennaio a ottobre 2019 i casi sono stati addirittura solo tre”. Nel rapporto di maggioranza si giudica peraltro "importante" la figura voluta dal Dipartimento istituzioni e introdotta di recente nell’ambito del settore dei fallimenti, quella del ’Perito contabile’, chiamato a coadiuvare la Procura nell’allestimento degli incarti su crac sospetti. Una figura che "renderà la lotta contro i fallimenti fraudolenti o ’pilotati’ più incisiva”. Dalla magistratura inquirente alla polizia. In linea con la posizione del Consiglio di Stato sulla mozione di Fonio e Jelmini, Galusero ritiene che la Polizia cantonale e in particolare la Gendarmeria si siano dotate di un’organizzazione, alla quale partecipano anche le polizie comunali, che consente già alle forze dell’ordine “di lottare attivamente contro il lavoro nero, le assenze di autorizzazioni” e altre attività illegali. Galusero (da oggi secondo vicepresidente della ’Giustizia e diritti', dopo il rinnovo dei vertici per i prossimi dodici mesi: presidente il popolare democratico Luca Pagani, primo vice la leghista Sabrina Aldi, indica una nota della commissione) cita ad esempio la Teseu, la sezione di investigatori della Cantonale impegnata nel perseguimento della tratta e dello sfruttamento di esseri umani, e quindi in inchieste “per usura, estorsione, truffa, infrazione della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione e di quella sugli stranieri” ecc.. Se la richiesta di un gruppo di agenti specializzati all’interno della Polcantonale viene considerata dalla minoranza nel frattempo "evasa", non altrettanto si può dire per quel che concerne il Ministero pubblico. “La cronaca degli scorsi mesi - scrive Dadò - ha dimostrato come il mercato del lavoro in Ticino sia davvero sotto pressione anche a causa della presenza di soggetti che vi apportano distorsioni e che vi sia la necessità della creazione di una sezione del lavoro in magistratura”. Quest'ultima “necessita di strumenti e risorse sempre maggiori per combattere tutti coloro che pensano che nel nostro Paese si possa eludere le regole del mercato del lavoro senza poi pagarne realmente le conseguenze”.

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