Ticino

Coronavirus, discoteche chiuse per tutelare la popolazione

Nonostante le direttive cantonali permettano gli eventi con meno di 150 persone, alcuni locali notturni hanno deciso di non aprire

Ti-Press

Dopo i carnevali riprende la stagione per le discoteche, quest’anno la situazione è un po’ diversa : «Abbiamo chiuso le nostre strutture preventivamente» dice Daniel Berri, direttore artistico delle discoteche Rotonda di Gordola e Vanilla di Riazzino. «Vista la situazione abbiamo ritenuto inopportuno riaprire i nostri locali. Questa scelta è stata presa per rispetto verso la collettività. Purtroppo la situazione si evolve e peggiora». Dello stesso avviso anche la direzione del Temus club di Agno: «Vogliamo proteggere i nostri clienti e lo staff. Data la conformazione della nostra struttura abbiamo deciso di annullare tutti gli eventi, dalle serate ai concerti». Per il momento le direttive cantonali vietano gli eventi con più di 150 persone, ma non obbligano i gestori a chiudere. «Nessuno ci ha costretti», continua la direzione del Temus, «ma dobbiamo darci tutti una mano per far sì che la situazione si risolva in fretta. Questo purtroppo non tutti lo capiscono e molti locali continuano a promuovere le loro serate e a favorire assembramenti di persone».

Perdite economiche

Le conseguenze della chiusura si ripercuotono soprattutto a livello economico: «Per il momento non abbiamo ancora fatto un calcolo delle perdite e non abbiamo inoltrato richieste di sussidi al Cantone» dice Berri. La direzione del Temus invece ha contattato il Cantone il quale gli ha risposto di inoltrare comunque la richiesta di sostegno finanziario, ma che probabilmente non verrà accolta. Questo poiché non è stato emanato nessun obbligo di chiusura del locale. Il Beach di Ascona ha deciso di chiudere fino a giovedì compreso e valutare la situazione giorno per giorno: «Le perdite sono importanti e per il momento il personale recupererà dei giorni di vacanza», spiega il gerente Bruno D’Addazio.

Atti di solidarietà

«Come gestori dell’hotel Rotonda a Gordola, stiamo però studiando una soluzione per dare la possibilità ai frontalieri che lavorano nelle strutture sanitarie di alloggiare nelle nostre camere a prezzi agevolati», afferma Berri. E non è l’unico. Sul web, infatti, alcuni privati e albergatori si stanno mobilitando per offrire una stanza ai lavoratori provenienti da oltre confine, alcuni anche gratuitamente.

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