Ticino

Servono 250 autisti, 'Prima i nostri'

La Sezione del lavoro si è attivata per segnalare i profili che servono alle aziende di trasporto tra i disoccupati registrati in Ticino

(Ti-Press)
25 ottobre 2019
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Autisti cercansi tra i residenti senza occupazione. Da qualche mese, la Sezione del Lavoro del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) sta selezionando, secondo un preciso profilo, decine e decine di persone tra disoccupati, persone in invalidità o assistenza, per ‘trasformarle’, se tutto va bene, in autisti di bus e offrire loro una preziosa chance di rientrare nel mondo del lavoro. «Stiamo scegliendo 300 profili. Intanto abbiamo già segnalato 231 dossier alle aziende dei trasporti. Tra loro ci sono 42 donne. Una quarantina di disoccupati ha già una patente di camion o di bus. Gli altri dovranno fare un percorso di formazione. Sarà coperto dall’assicurazione contro la disoccupazione, se ci sarà una promessa di assunzione. La responsabilità della selezione dei candidati spetta ora alle aziende dei trasporti», spiega Claudia Sassi, capo della Sezione del lavoro.

Una bella opportunità di ritornare in sella per chi è escluso dal mondo del lavoro, data dal piano di potenziamento dei trasporti pubblici, appena presentato dal consigliere di Stato Claudio Zali (a seguito del messaggio licenziato dal Consiglio di Stato sul credito quadriennale 2020-2023). Un investimento di 461,4 milioni di franchi per garantire ai trasporti pubblici più corse, più linee, più integrazione fra treni e bus in occasione dell’apertura della galleria di base del Ceneri nel dicembre 2020. Per fare tutto ciò le nove aziende dei trasporti hanno bisogno nuovi 250 autisti. Si dovrà infatti garantire il servizio anche nelle valli più discoste e allungare dalle 5-6 a mezzanotte gli orari delle partenze.

‘C’è chi ha espresso timori e chi ha accolto la nuova sfida’

Guidare un autobus è un lavoro delicato, richiede molta concentrazione e si è responsabili di molte vite. «Non è sicuramente un lavoro per tutti. C’è chi ha infatti espresso subito timori declinando l’invito e chi ha colto la chance di rimettersi sul mercato». Scegliere le persone che potrebbero diventare ‘driver’ ha implicato un bel lavoro di analisti da parte dei funzionari. «Abbiamo ricevuto dalle aziende un profilo con criteri abbastanza ampi, come l’età minima di 21 anni, nessuna violazione grave del codice stradale, un ottimo stato di salute. Altri aspetti, come ad esempio la capacità di saper gestire carichi di stress, saranno valutati dalle aziende con appositi test. Incontreranno i candidati che abbiamo segnalato e la valutazione spetta a loro».

Prima i nostri dunque, precedenza ai residenti almeno al volante dei bus ticinesi. «È la legge che lo prevede. A parità di requisiti la precedenza va ai lavoratori residenti e vale per tutti gli enti parastatali. Un’ottima opportunità per il nostro territorio e per avere meno persone escluse dal mercato del lavoro», aggiunge Sassi.
Le aziende di trasporto, faranno ora le loro valutazioni, ma – chiediamo infine a Sassi – se non assumono la persona segnalata, devono spiegarne il motivo? «La qualità e la precisione dei requisiti di un posto vacante fatta dal datore di lavoro ci permette di segnalare in maniera precisa anche i candidati. I nostri consulenti degli uffici regionali di collocamento sono costantemente in contatto con i datori di lavoro affinché i posti vacanti siano definiti in maniera accurata. Più precisi sono i requisiti, più specifica potrà essere anche la selezione dei candidati e maggiore la chance di assunzione», conclude Sassi. 

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