Ticino

Taser alle pattuglie della Cantonale, si profila il no

La commissione intenzionata a chiedere al Gran Consiglio di respingere la mozione. Il relatore: conseguenze anche letali per chi cade o ha problemi cardiaci

2 ottobre 2019
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Dotare le pattuglie della Polizia cantonale di taser, come chiede il socialista Raoul Ghisletta? Si profila politicamente un no. Oggi la misura non sarebbe necessaria. E poi ci sono gli effetti collaterali. Che possono essere piuttosto gravi, nonostante la pistola elettrica sia considerata un’arma di per sé non letale. Per questi e altri motivi la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ è intenzionata a chiedere al plenum del Gran Consiglio di respingere – allineandosi così alla posizione del governo – la proposta contenuta in una mozione che Ghisletta (primo firmatario) e gli allora deputati del Ps Gianrico Corti e Jacques Ducry hanno depositato nel febbraio dello scorso anno. Dopo aver ascoltato nella riunione dell’altro ieri il capo della Gendarmeria, il tenente colonnello della Polcantonale Decio Cavallini, la commissione presieduta dal socialista Carlo Lepori ha incaricato Giorgio Galusero (Plr) di allestire il rapporto con l’invito al parlamento a rispondere picche alla mozione.

«Secondo la commissione, l’uso del taser può avere conseguenze pericolose e da questo punto di vista l’audizione di Cavallini è stata illuminante – dice Giorgio Galusero, interpellato dalla ‘Regione’ –. La scarica elettrica prodotta da questa particolare pistola immobilizza la persona colpita. Un irrigidimento del corpo, con inevitabile e incontrollata caduta a peso morto, contro qualsiasi ostacolo. Battendo la testa, la persona può anche morire». Il taser, aggiunge il granconsigliere e già ufficiale della Cantonale, «può avere effetti letali anche su chi soffre di disturbi cardiaci. Negli Stati Uniti, per esempio, ci sono stati non pochi casi di decesso». Non solo. «Per il responsabile della Gendarmeria vanno considerati anche aspetti di natura pratica – continua il relatore –. La pistola elettrica ha comunque delle dimensioni tali da rendere difficoltosi i movimenti dell’agente se viene attaccata al cinturone, già ora ‘pieno’ di altri strumenti di lavoro del gendarme. Sistemare il taser nell’auto di servizio? Dal profilo operativo la soluzione non convince. Come ha rilevato Cavallini, non risponderebbe alle esigenze di celerità e sicurezza di certi interventi. L’arma o è sempre sull’uomo oppure difficilmente potrebbe essere utilmente recuperata se durante un normale controllo la situazione dovesse degenerare. Insomma, mentre un poliziotto torna al veicolo di servizio per prendere la pistola elettrica, l’altro viene lasciato in balia degli eventi». Prosegue Galusero: «Il capo della Gendarmeria ritiene inoltre che non vi sia al momento la necessità di una dotazione generalizzata del taser in seno alla Polizia cantonale, oggi utilizzato unicamente dai propri gruppi speciali». Come si legge nel messaggio con il quale il Consiglio di Stato si esprime sulla proposta di Ghisletta, Ducry e Corti, sollecitando il parlamento a bocciarla, l’impiego di questo “apparecchio coercitivo destabilizzante” è stato introdotto “per i membri del Reparto interventi speciali (Ris) della Cantonale nel 2011”: il suo uso “è riservato” ad agenti “appositamente formati e certificati”. «Finora il taser è stato utilizzato una sola volta», sostiene Galusero.

I mozionanti giustificano la loro richiesta richiamando due episodi. «In uno – osserva tuttavia il relatore – il taser non avrebbe potuto essere impiegato poiché fra il poliziotto e l’aggressore si frapponevano troppi ostacoli. Quanto al secondo, l’impiego del taser per operazioni di mantenimento dell’ordine, per esempio in occasioni di manifestazioni violente di massa, è inefficace se le persone sono in movimento e non sono abbastanza vicine. Ma il no della commissione alla mozione ha anche un’altra ragione: sarebbe opportuno attendere l’esito degli approfondimenti che sulla pistola elettrica sta facendo la Conferenza svizzera dei comandanti delle polizie cantonali». Una volta pronto il rapporto di Galusero, la commissione, spiega il coordinatore della ‘Giustizia e diritti’ Carlo Lepori, «lo esaminerà e lo discuterà».

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