Ticino

Se lo Stato se la prende con i bimbi

Lettera aperta dell’associazione Franca al Consiglio di Stato. Francesco Lombardo (Caf): 'Continua la discriminazione nei confronti dei minorenni migranti'.

Per una vera accoglienza gli alimenti aiutano ma non bastano (vedi lavagna) - Ti-Press
13 ottobre 2018
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«Lo Stato sta violando i diritti dei bambini» afferma Francesco Lombardo, presidente del comitato dell’associazione Franca (Caf), che ieri a Bellinzona ha reso pubblica la propria posizione in merito agli ultimi avvenimenti che, a suo avviso, mettono a repentaglio diritti fondamentali di persone vulnerabili, in particolare minori. «È la prima volta che prendiamo posizione tramite una lettera al Consiglio di Stato e lo facciamo perché siamo davvero preoccupati di ciò che sta accadendo in Ticino e in Europa in generale». I fatti a cui fa riferimento Lombardo sono noti: palazzina di Pregassona, famiglia di rifugiati prelevata nella notte, il caso Pantani/Don Feliciani, violenza istituzionale e sui social...

L’associazione Franca, si ricorda, ha quale scopo la promozione e tutela dei diritti dei bambini così come sanciti dalla Convenzione dell’Onu del 1989. «Il Caf – riprende Lombardo – non vuole accusare nessuno, vuole aiutare. Il nostro appello al Consiglio di Stato mira a intensificare gli sforzi per eliminare la discriminazione contro i minori che vivono in condizioni sfavorevoli e di emarginazione, come lo sono senz’altro i bambini migranti». L’indicazione che il Caf sottopone all’attenzione del governo è piuttosto chiara: «La nostra raccomandazione è che il principio fondamentale dell’interesse superiore del bambino sia una considerazione permanente, e che questo diritto sia adeguatamente integrato e applicato in tutti i procedimenti e in tutte le decisioni di natura legislativa, amministrativa e giudiziaria, nonché in tutte le politiche e in tutti i programmi e progetti pertinenti e aventi ripercussioni sui minori sul territorio, quindi anche sui bambini con statuto di migrante residente in Ticino». A proposito della situazione dei migranti, sono diverse le criticità evidenziate dal Caf. «Basta vedere come sono fatti esteticamente i centri di accoglienza per capire che sulla carta siamo aperti al mondo, ma nella pratica facciamo ben altro» sostiene Marco Noi, psicoterapeuta e membro del comitato dell’associazione.

A destare preoccupazione sono inoltre, secondo Noi, le difficoltà nell’accesso all’educazione di livello secondario per i minorenni non accompagnati (Mna), e più in generale una tendenza all’esclusione dei bambini di famiglie con statuto di rifugiati, che avviene già nelle scuole, «dovuta a pregiudizi culturali presenti nella nostra società». Diversi i suggerimenti formulati dal Caf in materia migratoria: da un’ampia revisione del sistema di ricongiungimento familiare all’applicazione di standard minimi per le condizioni di accoglienza, oltre a garantire l’accesso alla formazione per i Mna e la promozione da parte dello Stato di politiche mirate a sradicare l’esclusione sociale e la discriminazione. «Siamo consapevoli della complessità del fenomeno migratorio e con spirito costruttivo ci mettiamo a disposizione per evitare il ripetersi di azioni intimidatorie e disdicevoli» spiega Lombardo.

Per quel che riguarda la gestione dei casi vulnerabili (non soltanto riferita a famiglie con statuto di rifugiati) l’associazione Franca sottolinea quante siano le difficoltà presenti nella rete di presa a carico nel Cantone. Per colmare tali lacune il Caf ritiene importante che i minorenni abbiano il diritto di esprimere liberamente la loro opinione su ogni questione che li concerne e che il loro punto di vista venga preso in considerazione dalle istituzioni educative, in famiglia e nella rete dei servizi sociali. Sarebbe inoltre doveroso garantire, aggiungono, che le figure professionali attive in ambito giudiziario, sociale o che operano in altri ambiti a contatto con i minori, ricevano sistematicamente una formazione adeguata per assicurare il coinvolgimento effettivo dei bambini nella presa di decisioni che li riguardano.

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