Ticino

La Gestione chiede un giro di vite sulle agenzie di sicurezza

Accogliendo parzialmente due mozioni, i deputati-commissari chiedono una revisione della legge per definire meglio limiti, requisiti e condizioni di lavoro

Ti-Press
27 aprile 2018
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‘Argo 1’, ovvero la vicenda che ha coinvolto l’omonima agenzia di sicurezza per la gestione dei centri richiedenti l’asilo, ha insegnato qualcosa. Non è tanto da cambiare l’impostazione legislativa che regola il settore, quanto piuttosto attuare “maggiore attenzione e severità nel rispetto delle leggi” nella scelta e nel controllo delle ditte di sicurezza privata. È per questo motivo che la Commissione della gestione accoglie parzialmente la mozione di Massimiliano Ay (Partito comunista) presentata oltre un anno fa (marzo 2017).

Il Canton Ticino in questo settore è all’avanguardia, sostiene il governo e Matteo Quadranti, deputato Plr relatore della Gestione sul tema, ne prende atto. Ciò nonostante i commissari ritengono opportuno mettere mano “al più presto” alla revisione della Lapis, la legge cantonale che regola le prestazioni private nel campo della sicurezza. Sempre a detta del relatore, la riforma s’impone “per meglio precisare gli ambiti in cui queste agenzie di sicurezza privata debbano o possano operare e con quali limiti e requisiti di formazione si debba contare per conferire loro incarichi soprattutto in determinati ambiti sensibili” scrive infatti Quadranti nel suo rapporto, e i riferimenti ad ‘Argo 1’ appaiono in tutta la loro evidenza. Detta in altro modo, la modifica legislativa auspicata dalla Gestione “dovrà chiarire meglio – scrive ancora il relatore – il riparto e il coordinamento dei compiti (sporadici o continuativi) delegabili a delle agenzie private, tenendo conto che esse non dovranno sovrapporsi a quelli della polizia cantonale e delle polizie comunali”. Insomma, occorre uscire dal paradigma dell’emergenza che, almeno con Argo 1, ha teoricamente giustificato situazioni perlomeno contraddittorie. E ancora, la Gestione ritiene altresì che si debbano “attuare i debiti correttivi, aggiustamenti e approfondimenti al momento della stesura dei mandati o degli appalti” così da ottenere garanzie dalle agenzie private sulla “correttezza nel trattamento (non solo salariale) dei loro agenti” affinché questi ultimi possano svolgere il loro lavoro con responsabilità grazie anche “a condizioni di lavoro dignitose e rispettose secondo standard minimi”. L’obiettivo della Gestione, in sintonia con Massimiliano Ay, è chiaro: quanto capitato con ‘Argo 1’ – vicende penali a parte ancora oggetto d’inchiesta – non dovrà più succedere, perché in questo campo non si può improvvisare. Ed è quello che in buona sostanza si dice anche nel rapporto Quadranti sulla mozione Ghisletta (anch’essa parzialmente accolta) riferita allo stesso tema: è bene mantenere alta la guardia.

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