Mendrisiotto

Troppo clorotalonil, Coldrerio sospende una sua fonte idrica

A mettere al sicuro la rete di acqua potabile comunale adesso però c'è la stazione di consegna dell'Acquedotto regionale del Mendrisiotto

Si è esclusa la sorgente di Valle della Motta
(Ti-Press)
28 febbraio 2024
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È da oltre tre anni che Coldrerio combatte contro il clorotalonil nelle sue sorgenti. A permettere al Comune di svoltare e di garantirsi un approvvigionamento idrico sicuro oggi, però, c'è la rete dell'Acquedotto regionale del Mendrisiotto (Arm). Se serviva ancora una prova concreta del fatto che la nuova strategia mette al riparo dagli inquinamenti e dalla presenza di fungicidi e altre sostanze come quelle per- e polifluoroalchiliche (Pfas) — che hanno dato filo da torcere a Chiasso con il pozzo Prà Tiro –, ecco il varo della stazione di consegna intermedia del Consorzio, in zona Campagnadorna. Allacciare la rete comunale all'impianto ha dato modo, infatti, di escludere la sorgente Valle della Motta, "afflitta – ribadisce il Municipio locale in una nota – dalla presenza di metaboliti del clorotalonil".

Sospendere questa fonte, in effetti, ha consentito di ridurre "sensibilmente i concentrati dei metaboliti del clorotalonil, assestandosi stabilmente sotto il valore di 0.1 microgrammi per litro (μg/l), livello soglia attualmente ancora di carattere indicativo nell’attesa che il Tribunale federale si esprima in merito". Nel solco della politica della trasparenza, inaugurata proprio in occasione della scoperta del pesticida nelle sue acque, pubblicando periodicamente i risultati delle analisi, Coldrerio ha voluto una volta di più "informare la cittadinanza sullo stato delle nostre fonti idriche e dell’acqua potabile consegnata attraverso la nostra rete di distribuzione".

L'autorità comunale, in ogni caso, non si è fermata al clorotalonil – peraltro emerso anche in altri territori, a Novazzano, Riva San Vitale e Mendrisio – e ha indagato pure la possibile presenza di Pfas. Ebbene, le analisi di laboratorio, si fa sapere, "dimostrano che i contenuti di Pfas nelle acque distribuite in rete, seppur presenti in minime quantità, sono ampiamente al di sotto dei limiti imposti dall’Ordinanza del Dipartimento federale dell'interno sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico". Non solo, i valori, si tiene a rimarcare, risultano essere conformi anche alle soglie fissate dall'Unione europea.

Va ricordato, si segnala nella nota, che "l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria sta attualmente valutando la modifica dei valori massimi oggi fissati della legislazione svizzera, per uniformarsi a partire dal 2026 ai metodi di valutazione e ai valori limite assai più restrittivi attuati dall’Unione europea".

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