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‘Sentirsi parte della comunità contribuisce a prendersene cura’ 

Si anima a Chiasso la discussione sul consiglio comunale dei bambini e delle bambine: in quattro firmano un rapporto (di minoranza) favorevole

Promuoverebbe anche inclusione e integrazione
(archivio Ti-Press)
20 gennaio 2024
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“In un contesto eterogeneo come quello di Chiasso” la creazione di un Consiglio comunale dei bambini e delle bambine “promuoverebbe indirettamente anche l’inclusione e l’integrazione, permettendo a tutti i bambini – anche a quelli di origine straniera – di comprendere dall’interno il funzionamento del nostro sistema politico, con cui sono e saranno anch’essi chiamati a interfacciarsi”. Se la maggioranza della Commissione della legislazione si è espressa negativamente allo sviluppo del progetto, ritenuto lontano dai bisogni reali degli allievi, la minoranza si è dichiarata favorevole alla proposta presentata con una mozione da Arianna Cattaneo e Amedeo Mapelli (Centro). Lo si evince dal rapporto licenziato a fine anno e firmato dai consiglieri comunali Kavashar Ratnam, Otto Stephani (Us-I Verdi), Alessandro Migliosi (Centro) e Christian Bruccoleri (Plr). Il voto finale del Consiglio comunale – verosimilmente già a fine mese, in occasione della seduta dedicata al preventivo, o al più tardi in primavera – si preannuncia quindi tirato e la discussione, visti i temi sollevati nei due rapporti, aperta. Nel suo preavviso, il Municipio di Chiasso si è dichiarato favorevole, alla luce “dei risultati ottenuti a Mendrisio, dove il progetto è stato accolto con favore per il secondo anno consecutivo, così come esperienze positive già da tempo consolidate all’estero”.

‘Si allena l’esercizio della cittadinanza attiva’

Uno scenario guardato con interesse dal mozionante Amedeo Mapelli. «Questo progetto, a cui tengo molto, è importante per poter coinvolgere i giovani nella vita comunitaria – ci spiega –. Non si tratta di questioni politiche, ma di dotarsi di un metodo scolastico per avvicinare i bambini e le bambine alle istituzioni». Per i firmatari del rapporto di minoranza, il progetto ha “diverse caratteristiche che hanno il potenziale di avere una risonanza positiva per il nostro Comune”. Coinvolgendo i bambini nell’analisi di piccole problematiche locali e nella promozione delle proprie idee tramite i canali istituzionali “si darebbe loro l’occasione di allenare, tramite l’esperienza diretta e la sperimentazione, l’esercizio della cittadinanza attiva”. Un esercizio, questo, “fondamentale perché li abituerebbe, sin dalla giovanissima età, a interrogarsi su aspetti comunali vicini all’individuo (ai bambini in questo caso) e a interfacciarsi con le istituzioni per promuovere le proprie idee e far valere le proprie necessità”. La partecipazione, inoltre, “rafforza il senso di appartenenza, e sentirsi parte della propria comunità contribuisce a prendersene cura”. Partecipare a processi decisionali su temi commisurati alla loro età, infine, “consentirebbe ai più piccoli di imparare ad argomentare e difendere le proprie idee e quelle della classe che rappresentano, nell’ambito di un dibattito pluralistico, avviando il dialogo all’interno delle proprie classi prima e con le autorità comunali poi”.

La scuola e le altre collaborazioni

Un organo come il Consiglio comunale dei bambini e delle bambine “risponde agli auspici degli articoli 3, 12 e 13 della Convenzione Onu sui Diritti del fanciullo, ratificata dalla Svizzera nel 1997”. Per agevolare concezione e realizzazione del progetto, “oltre all’impegno della scuola”, il territorio permette di instaurare “una serie di collaborazioni”. C’è per esempio quanto svolto dalla scuola elementare di Mendrisio – da cui, come visto, la mozione prende spunto – e “uno scambio di esperienze con scuola e dicastero competente getterebbe importanti basi di partenza”. Si aggiunge l’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani il quale “si è detto propenso a erogare dei contributi a sostegno del progetto”. È inoltre possibile collaborare con “una rappresentante della Federazione svizzera dei parlamenti dei giovani, la cui attenzione è stata richiamata dalla mozione” e, non da ultimo, “volontari interessati ai temi toccati e all’attività, come l’Associazione genitori, potrebbero contribuire alla buona riuscita del progetto”. Per i commissari “le sinergie tra risorse interne ed esterne, così come la collaborazione tra le istituzioni e la scuola, sono assai strategici”.

‘Si vota sul principio’

Quella presentata da Cattaneo e Mapelli è una mozione generica. “Dobbiamo votare in primis sul principio su cui essa si fonda”. A questo si aggiunge la “scelta determinante” dei mozionanti “di non dare che un’indicazione sul modo e sul tempo da dedicare al progetto, lasciando libertà ai docenti di organizzare e integrare l’attività nel programma scolastico, preferendo una sperimentazione sull’arco di un periodo da definire in accordo con direzione e docenti”.

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